PROFILI - SPARKS: "La fantastica saga dei fratelli Mael" / di Pasquale Boffoli
I N T R O
Approfitto dell'uscita recente del loro "Mad!" (da me recensito su questo blog https://dudesofmusic.blogspot.com/2025/06/recensioni-sparks-mad-2025.html) per ripercorrere un po' la lunga carriera artistica degli SPARKS. Gli appassionati di musica rock che nella prima metà degli anni '70, alla vigilia dell'avvento del punk e della new wave, avevano (come il sottoscritto) venti anni o giù di lì ricorderanno certamente un bizzarro e anomalo duo formato da Ron e Russell Mael, due fratelli diversi come la notte e il giorno, imperturbabile tastierista geniale/poliedrico il primo, estroverso cantante dall'approccio teatrale e dal falsetto sulfureo (un vero marchio di fabbrica) il secondo.
In volo da Los Angeles a Londra: gli inizi 'Glam'
Si chiamavano Sparks ma all'inizio di tutto nel 1968 in quel di Los Angeles erano stati Halfnelson, band dai pesanti connotati glam autori di un album omonimo (poi reintitolato "Sparks") uscito ad inizi 1972 per la Bearsville Records, prodotto dal grande Todd Rundgren e sempre nel 1972 di "A Woofer in Tweeter's Clothing", il primo come effettivi Sparks, due album passati abbastanza inosservati. Tutto cambia però quando nel 1973 i fratelli Mael volano da Los Angeles in una Londra pre-punk in pieno splendore glam: tanto per inquadrare questo momento di grazia tra il '72 e il '73 i Roxy Music avevano appena pubblicato i loro primi due album innovativi (l'omonimo e "For Your Pleasure") dando uno scossone ad un panorama musicale rock sonnolento, David Bowie trionfava con i suoi due album glam rock per eccellenza ("Ziggy Stardust" e "Alladin Sane"), i T. Rex di Marc Bolan si erano evoluti in direzione glam con "Electric Warrior", (1971) e "The Slider" (1972). Nella recentissima An Entirely MAD! Conversation su you tube con l'attore britannico Rob Brydon (alla The Union Chapel, Londra, 25 Maggio 2025) https://youtu.be/WooiooYp7Ow?si=VQ3h1cWI0VYxfiT2 gli Sparks raccontano che il loro convinto trasferimento da Los Angeles in Inghilterra fu dettato da una profonda insofferenza verso il sonnacchioso ambiente musicale folk e country targato Laurel Canyon, e da una grande ammirazione per ciò che stava accadendo artisticamente in quei giorni in Gran Bretagna.
I primi tre dischi memorabili
"Kimono My House"
Con due eclettici e geniali album usciti entrambi nel 1974, "Kimono My House" e "Propaganda" si incuneano di diritto nel suddetto trionfo glam britannico ma con un approccio espressivo e compositivo personalissimo che non era debitore assolutamente in nulla verso i suddetti celebrati glam rockers inglesi. Anche il seguente album del 1975, "Indiscreet", è un altro riuscito lavoro. La vena compositiva dei fratelli Mael era unica, originalissima, non aveva termini di paragone: un inquieto mélange glam pop-rock tra pronunciati accenti cabarettistici e umori teutonici, un mood inedito che nella nostra fantasia impressionabile di quegli anni era alimentato inconsciamente anche dai baffetti a spazzolino di (piuttosto) ambiguo look hitleriano - più che chapliniano - di Ron Mael.
"Propaganda"
Quei tre dischi suonano ancora oggi incredibilmente freschi e incisivi e rappresentano un po' il fulcro senza tempo - a mio parere - dell'estetica degli Sparks. Il loro repertorio si divideva tra quadretti pop spiritati e bizzarri, specchio anche di un disagio esistenziale espresso in testi pateticamente e teatralmente tragici: la febbricitante This Town Ain't Big Enough for Both of Us innanzitutto, il loro brano più famoso e popolare, poi Achoo, Amateur Hour, Hasta Manana Monsieur, Falling in Love with Myself Again, Don't Leave Me Alone with Her) e delicate elegie (Bon Voyage, Never Turn Your Back on Mother Earth).
La tecnica compositiva dei fratelli Mael era (ed è) estremamente sofisticata: le loro songs sono dei piccoli affreschi melodici e ritmici con risvolti a incastro sempre inaspettati, mai banali, un'estetica creativa per certi versi simile a quella progressive geniale dei britannici Gentle Giant, anche se l'accostamento potrebbe sembrare improprio.
Una discografia generosa ed eclettica
Nei decenni e nei dischi successivi al suddetto momento magico la componente glam è un po' sacrificata, complice anche una collaborazione con Moroder, a favore di una tendenza new-wave ed electro-pop che era già in nuce nella loro musica. Le chitarre latitano un po' per lasciare grande spazio a tastiere e synth.
I Duemila
È una piacevole sorpresa scoprire dopo tanti anni e a terzo millennio ormai inoltrato che i fratelli Mael e i loro dischi godono del rispetto e della stima di tanti colleghi dell'ambiente rock e che sono diventati una band di culto: ne fa fede la pubblicazione nel 2010 del libro "Talent Is an Asset, The Story of Sparks" del giornalista Daryl Easlea (Omnibus Press 440 pagine), mai tradotto in italiano. Fatalmente nei duemila flirtano anche con le nuove tendenze fino a pubblicare con il gruppo indie rock scozzese Franz Ferdinand, con il moniker FFS, il bell'album omonimo nel 2015.
La loro creatività musicale pare non avere davvero limite: nel 2021 esce un film musicale di Leos Carax, "Annette", con Adam Driver e Marion Cotillard; è un'opera romantica, ideata e sceneggiata dai fratelli Mael che ne hanno scritto anche l'intera colonna sonora (pubblicata in due versioni, "Cannes Edition" e "Ultimate Edition"), con cui vincono il César Award come Best Original Music. Ma non finisce qui: sempre nel 2021 quasi a consacrarli per sempre Edgar Wright produce "The Sparks Brothers", un documentario sulla loro storia musicale.
"The Girl Is Crying in Her Latte"
(Island Records, 2023)
Nel 2023 un nuovo disco (il ventiseiesimo) di quattordici songs, "The Girl Is Crying in Her Latte" testimonia lo stupefacente stato di grazia artistico di due musicisti che hanno superato i 70 anni già da un po'. L'album segna il ritorno all'Island Records dopo "Big Beat" del 1976.
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"The Girl Is Crying in Her Latte"
https://youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_l8gxOpvEmxaQ0PdNLngep6Wn-fvA7m12s&si=PEvQil47gTVaUMC6
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