Post

Visualizzazione dei post da novembre, 2025

DIPARTITE - ORNELLA VANONI (1934-2025): "Scampoli di una carriera artistica sublime: le canzoni della mala, le grandi canzoni d'autore, la sbandata bossa nova/samba di "La Voglia, La Pazzia, L'Incoscienza, L'Allegria" / di Marco Fanciulli, con contributi di Pasquale Boffoli

Immagine
  All'inizio, nel primissimo periodo della sua carriera, la milanese Ornella Vanoni cantava con grande carisma le canzoni della mala milanese: la più famosa è Ma Mi del 1959, risultato della penna di Giorgio Strehler e della musica di Fiorenzo Carpi, ma poi c'erano anche Hanno Ammazzato Il Mario, Canto Dei Carcerati Calabresi, Le Mantellate, La Zolfara che si possono ascoltare tutte nel suo omonimo primo long playing " Ornella Vanoni" del 1961 su Ricordi; erano comunque già sui due EP registrati tra il 1958 e il 1959, " Le canzoni della malavita" e "Le canzoni della malavita vol. 2" che contenevano anche episodi cabarettistici come tra gli altri Jenny delle Spelonche, un brano tratto " L'opera da tre soldi" di Bertolt Brecht . Del 1961 è anche Senza Fine , canzone meravigliosa densa di umori da chanson française, pubblicata dalla Dischi Ricordi, uscita dalla penna di Gino Paoli , uno dei più grandi cantautori italiani degli an...

RECENSIONI - BAR ITALIA: "Some Like It Hot" (Matador Records, 2025) / di Leonardo Centola

Immagine
Al primo ascolto di " Some Like It Hot " dei Bar Italia ti parte mentalmente il gioco dei paragoni: “ Mah, rispetto a Tracey Denim qui siamo più in zona Pornography. No, aspetta, ora sembra Surfer Rosa suonata dagli Interpol dopo una crisi esistenziale .”  E tu lì, convinto di fare il critico, mentre in realtà stai solo cercando un appiglio nel tornado.. Perché sì, i richiami ci sono (e chi scrive se li gode tutti).  Ma poi succede quel momento. Quello da “frame 21” di Walter Mitty, dove smetti di pensare e ti ritrovi a dire sottovoce: “ Ecco l’essenza del tutto”.  Some Like It Hot non è un disco, è un sogno lucidissimo in sneakers, pieno di poesia, ma non quella con la P maiuscola, è poesia con le occhiaie. Chitarre graffiate, voci che sembrano arrivate da un walkman in soffitta, eppure tutto suona nuovo, vivo, quasi commovente. È introspezione mascherata da festa post-punk, terapia di gruppo in cui si balla mentre si ammette: “ Sì, sto male, ma guarda a che rit...

RECENSIONI - ANNA VON HOUSEWOLFF: "Iconoclasts" (Year0001, 2025) di Vanni Sardiello

Immagine
  Una catarsi orchestrale tra fede, caos e carne viva Dopo anni trascorsi a sondare le profondità del suono attraverso organi a canne, suite strumentali e tensioni ambientali, Anna von Hausswolff torna con un album che non segna una rottura, ma un'evoluzione. " Iconoclasts" , sesto lavoro in studio pubblicato il 31 Ottobre 2025 per l’etichetta Year0001, amplia la grammatica sonora dell’artista svedese con un’impronta decisamente più narrativa, orchestrale, terrena. Un’opera che integra il sacro e il profano, il clangore delle ossa e l’eleganza del velluto, in un continuo equilibrio tra forza e fragilità. Il disco è stato prodotto insieme al collaboratore di lunga data  Filip Leyman  e vanta ospiti come  Ethel Cain ,  Otis Sandsjö ,  Iggy Pop ,  Abul Mogard  e  Maria von Hausswolff  (sorella di Anna). Queste presenze non rubano la scena ma la ampliano, contribuendo a una messa in scena sonora dal respiro quasi cinematografico. ...

PROFILI - THE MOODY BLUES: "Dal Beat al Prog Sinfonico" (1965-1972) + Ricordo di JOHN LODGE e MIKE PINDER / di Pasquale Boffoli ed Enrico Merlin

Immagine
                                 I N T R O Questo profilo  scritto in origine nel 2011 da me e Gianluca Merlin   per il mio blog Distorsioni   e che qui ho opportunamente ricontestualizzato tratta il periodo d'oro dei Moody Blues   e della loro vena ispirativa, circa 8 albums, dal 1965 al 1972. Ma prima troverete un doppio ricordo di Mike Pinder  e John Lodge , due dei membri storici della band venuti a mancare in tempi recenti, tra il 2024 e il 2025. Il 4 Gennaio 2018 se ne era andato Ray Thomas, cantante, flautista e compositore, l'11 Novembre 2021 il batterista Graeme Edge. Melodia e classicità nei Moody Blues Da molti decenni, per la cronaca, sin dalla fine degli anni '70 del secolo scorso e per un certo periodo i Moody Blues, alfieri storici britannici del Progressive, della melodia quale classico tratto distintivo erano rimasti sepolti in una polverosa dimenticata ca...

SPECIALE LIBRI - ANNI 2000: FINALMENTE I LIBRI SU ALCUNE ICONE ROCK DIMENTICATE DELLA SECONDA META' DEL '900 (THE NICE, STEVE WINWOOD, EMERSON LAKE & PALMER, SANDY DENNY, JOE COCKER, VAN DER GRAAF GENERATOR, JETHRO TULL, WILLY DE VILLE, THE ALLMAN BROTHERS BAND, RORY GALLAGHER, TOM PETTY, THE BEACH BOYS) / di Pasquale Boffoli

Immagine
  Nei primi due decenni dei 2000 la bibliografia musicale e rock in particolare italiana si è arricchita alla fine di molti libri/saggi che sono andati a coprire dei sorprendenti vuoti cartacei riguardanti grandissimi e iconici artisti e bands rock (e non) che hanno lasciato un'impronta profonda nella storia della musica del XX° secolo e dei primi vagiti dei duemila. Oltre a qualche volume - probabilmente - sui soliti nomi ( Beatles/Rolling Stones/Queen/Pink Floyd/Nirvana/Bruce Springsteen etc..) sono stati pubblicati provvidenziali doverosi approfondimenti su bands e artisti storici che non hanno mai goduto presso il grande pubblico della eco mediatica dei suddetti nomi, bensì sacrificati al culto esclusivo ed elitario dello zoccolo duro (si diceva una volta) dei loro appassionati. Il mio articolo non pretende di essere esaustivo, certamente qualche libro mi è sfuggito, ma credo possa essere un utile vademecum anche per recuperare qualche titolo che avete mancato di focalizzare. ...