PROFILI - THE MOODY BLUES: "Dal Beat al Prog Sinfonico" (1965-1972) + Ricordo di JOHN LODGE e MIKE PINDER / di Pasquale Boffoli ed Enrico Merlin

 


                               I N T R O

Questo profilo scritto in origine nel 2011 da me e Gianluca Merlin per il mio blog Distorsioni e che qui ho opportunamente ricontestualizzato tratta il periodo d'oro dei Moody Blues e della loro vena ispirativa, circa 8 albums, dal 1965 al 1972. Ma prima troverete un doppio ricordo di Mike Pinder e John Lodge, due dei membri storici della band venuti a mancare in tempi recenti, tra il 2024 e il 2025. Il 4 Gennaio 2018 se ne era andato Ray Thomas, cantante, flautista e compositore, l'11 Novembre 2021 il batterista Graeme Edge.

Melodia e classicità nei Moody Blues

Da molti decenni, per la cronaca, sin dalla fine degli anni '70 del secolo scorso e per un certo periodo i Moody Blues, alfieri storici britannici del Progressive, della melodia quale classico tratto distintivo erano rimasti sepolti in una polverosa dimenticata cantina, vittime di intransigenti nuove generazioni musicali e di compiaciuti critici situazionisti figli dell'estetica punk e della sua logica negazionista e nichilista. Possiamo oggi affermare che ormai questo ostracismo è stato definitivamente sconfitto anche grazie ai tantissimi appassionati nel mondo della loro arte musicale che non li hanno mai abbandonati: è stato assegnato alla band nella storia del rock e della musica progressiva del ventesimo secolo il posto d'onore che le compete. Le  pagine migliori di Justin Hayward, John Lodge, Graham Edge, Mike Pinder, Ray Thomas sono state scritte ormai tanto tempo fa: a fine 2025 dei suddetti cinque membri storici è rimasto in vita solo il grande Justin Hayward che il 14 Ottobre 2025 ha compiuto 79 anni.


                 MIKE PINDER

Il 24 Aprile 2024 se ne era andato a 82 anni MIKE PINDER, cantante, tastierista e compositore: tra le sue memorabili composizioni per i Moody Blues le fascinose Have You Heard - The Voyage, The Best Way to Travel, So Deep Within You, Melancholy Man, Out And In, Sun Is Still Shining, My Song, Lost in a Lost World, When You're A Free Man. Pinder era stato uno dei fondatori e protagonisti assoluti della lunga storia artistica e musicale dei Moody Blues nei loro primi otto album dalla seconda metà degli anni '60 fino al 1972, comparendo anche nel disco del 1978 "Octave". Fondamentale la sua introduzione nel sound della band del Mellotron, tastiera le cui sonorità orchestrali oniriche e metafisiche marchiarono a fuoco la prima fase discografica dei Moody Blues. Pinder incise anche alcuni album solisti: "The Promise" (1976), "Among the Stars" (1994), "A Planet with One Mind" (1995), "A People with One Heart" (1996). Nel 2018 Pinder fu insignito della Rock and Roll Hall of Fame quale membro dei Moody Blues.


        (Foto di Michael Putland/Getty Images)

                  JOHN LODGE

Il 10 Ottobre 2025 ci ha lasciati a 82 anni anche il bassista, cantante e compositore dei Moody Blues JOHN LODGE, autore di songs come One More Time to Live, Candle Of Life, Isn't Life Strange ma ricordato soprattutto per il memorabile singolo del 1968 Ride My See-Saw tratto dall'album "In Search of the Lost Chord" uscito lo stesso anno e I'm Just a Singer in a Rock'n'Roll Band (pubblicato come singolo nel 1973), brano che riassume in queste parole la filosofia di Lodge in quei primi anni '70: "..and if you want the wind of change / To blow about you / And you’re the only other person to know, don’t tell me / I’m just a singer in a rock and roll band”. Lodge ha sempre conservato negli anni un'spirazione compositiva più melodica, meno avventurosa degli altri Moody Blues, fino a incassare forse immeritatamente nel caso della sua Isn't Life Strange qualche critica dalla stampa musicale. Quando nel 1978 la band madre con "Octave" torno' a incidere a sei anni dallo scioglimento ("Seventh Sojourn" del 1972 l'ultimo disco in studio) Lodge e Justin Hayward divennero i principali compositori negli album successivi: avevano nel frattempo realizzato insieme a quattro mani nel 1975 il bel lavoro "Blue Jays". Due anni dopo nel 1977 Lodge pubblica il suo album solista "Natural Avenue". 38 anni dopo nel 2015 il suo album "10,000 Light Years Ago" vedra' in un brano il ritorno della collaborazione con Ray Thomas e Mike Pinder. Nel 2023 Lodge con "Days of Future Passed – My Sojourn" ha voluto rendere omaggio al famoso album che inaugurò nel 1967 il progressive sinfonico dei Moody Blues, "Days of Future Passed”, un classico senza tempo. L'ha fatto con la sua 10,000 Light Years Band e con l'orchestrazione di Alan Hewitt, collaboratore da tempo di Lodge e suo caro amico. Al progetto hanno collaborato Graeme Edge, altro membro fondatore dei Moody Blues, e Jon Davison degli Yes.


The Moody Blues- Il periodo beat (1965 - 1966) 

Inventori di un genere che ha dato inizio ad un movimento complesso e sfaccettato, esploratori del sogno, i Moody Blues possono vantare una carriera lunghissima che li ha proiettati nell’olimpo del prog rock, con dischi meravigliosi che ancora oggi emozionano. La band inizialmente si forma nel 1965 in pieno Beat dall’incontro tra il cantante (e successivamente anche flautista) Ray Thomas e il pianista Mike Pinder a Birmingham. Ex componenti del gruppo El Riot & The Rebels, dopo essersi persi di vista per qualche anno, si ritrovano e decidono di dare vita ad un nuovo gruppo che unisca il Beat alla passione per il Rythm and Blues. Assieme a loro si uniscono Denny Laine alla chitarra, Clint Warwick al basso e il batterista Graeme Edge. Così sistemati firmano un contratto con la Decca Records e incidono nel 1966 "The Magnificent Moodies”. Un disco figlio dell’epoca beat, ancora oggi atipico e caso unico nel sound dei Moody Blues, ma che porterà loro fama e concerti tra Europa e Stati Uniti. Riprese di pezzi Rythm and Blues e Blues come Bye Bye Bird, I’ll go Crazy e soprattutto Go Now, brano che li rende noti, e le prime composizioni proprie firmate dalla coppia Laine/Pinder, un tour che li fa girare Europa e America (dove il disco uscì col titolo “Go Now” e la sequenza dei brani modificata) e apparizioni televisive sono quello che la band riesce a raccogliere, ma ad un certo punto entra in crisi e medita la separazione, successivamente all’abbandono di Denny Laine (sarà poi chitarrista degli Wings di Paul McCartney nei ‘70’s) e Clint Warwick. Al loro posto arrivano John Lodge, che aveva suonato con Thomas e Pinder nella vecchia band, e soprattutto il chitarrista e compositore Justin Hayward, con un passato nel folk inglese. Proprio il suo background sposta il baricentro della band su composizioni tipicamente british e diverrà famosa la Gibson Es 335 color rosso di Hayward, comperata dopo averla vista usare da Chuck Berry.

In quel 1966 Mike Pinder, che lavorava anche nell’azienda Streetly Electronics, riuscì a comperare un mellotron, uno strumento a tastiera rivoluzionario che era stato inventato nei primi anni ’60 come una sorta di moderna tastiera elettrica da casa che poteva riprodurre i suoni registrati di archi e fiati attraverso una serie di nastri che partivano in base alla pressione del tasto premuto (il nastro durava non più di 8 minuti all’epoca). Pinder esplorò le potenzialità del Mellotron di cui conosceva ogni segreto, tanto che a un concerto in America i nastri dello strumento uscirono dalle loro sedi e in 20 minuti riuscì a risistemarli, grazie alla cassetta degli attrezzi prontamente preparata per risolvere tali problemi: decise di portare questa sua idea al gruppo, che nel frattempo cercava nuove idee per poter far risalire la popolarità. Stimolati dalla casa discografica a comporre della musica sulla sinfonia del nuovo mondo di Dvorak, i Moody Blues cominciarono a scrivere un concept album, ispirati da "Sgt. Pepper" dei Beatles che avevano ascoltato in parte in anteprima dato che Mike Pinder aveva fatto conoscere ai quattro di Liverpool il suono del mellotron, che inclusero nella famosa iconica canzone Strawberry Fields Forever. 



Il Prog Sinfonico ed i grandi dischi del periodo aureo (1967 - 1972)

Nel 1967 esce dunque “Days of future passed”, registrato con la London Symphony Orchestra diretta da Peter Knight. È un concept album dedicato al trascorrere di una giornata e a partire dalla enigmatica copertina si nota che stiamo ascoltando una band differente dagli esordi ingenui. La fusione di pop psichedelico e orchestra, unita alle capacità vocali dei singoli componenti, le chitarre acustiche e il tappeto sonoro generato dal mellotron fanno del disco un capolavoro. Alcuni critici lo considerano ancora ingenuo rispetto a ciò che verrà ma non si può dire che le emozioni non mancano come nella famosissima Nights in white satin, un brano che sa emozionare ancora oggi, con i suoi barocchismi sinfonici e la voce sofferta di Justin Hayward. Persino l’Italia si accorgerà del brano con una versione in italiano dei Nomadi e dei Profeti (Ho difeso il mio amore) e della cantante franco/egiziano/italiana Dalida il cui titolo e testo vengono modificati (il brano andrà a chiamarsi Un po’ d’amore). Oltre al singolo di successo (numero 3 in Uk) stupenda si rivela Tuesday Afternoon, dalle atmosfere notturne e folk. E sono le prime due (di una lunghissima serie) grandissime performances vocali di Justin Hayard, uno degli autori.

Tutti i brani sono uniti da un narratore cui fa accompagnamento l’orchestra. È il primo disco a parlare la nuova lingua definita 'progressive rock' ed esce alcuni mesi prima di Nice e Procol Harum, altri esponenti del nascente movimento che avrà frutti rigogliosi negli anni ’70. Nel 1968 i Moody Blues incidono il loro terzo disco intitolato “In Search of the Lost Chord": ci sono brani meno lunghi e più canzoni, ma rimane intatta la voglia da parte del gruppo di sperimentare con le sonorità e di parlare la nuova lingua progressivo/sinfonica. House of four doors, The best way to travel, Dr Livingstone I presume, Ride My See-saw: la band non parla più di vita quotidiana ma di voli spaziali, droghe psichedeliche (la citazione di Timothy Leary in Legend of a mind) e di porte della percezione. Viene considerato uno dei loro dischi più completi e ricchi di idee, di armonie e di effetti sonori (il disco viene registrato su un 8 piste, all’epoca un salto in avanti nella tecnologia). Nei dischi successivi il 'maniacale' lavoro in studio rimarrà uno dei punti fermi dei Moodies.


Il 1969 vede la band incidere “On A Treshold Of A Dream”, che ritorna alla formula del concept album con tema l’esplorazione dei sogni. Lovely to see you e Never Comes The Day sono i brani più noti, per una atmosfera notturna (tipica ormai della band) che travalica la musica per arrivare dritta al cuore delle emozioni dell’ascoltatore. È un disco molto folk, le cui composizioni sono fortemente influenzate da Justin Hayward e dalla sua fluente ispirazione. Nondimeno Mike Pinder sigla la parte più onirica ed avvolgente del disco, con ampio dispiegamento del suo mellotron: le finali Have You Heard Pt.1 e Pt.2, The Voyage, So deep within You conducono l'ascoltatore nelle spire di un 'trip' nel proprio inconscio, ed é pura magia! Questo é un disco in cui tutti i membri della band sfoggiano una personale e precipua ispirazione compositiva: quella di Ray Thomas é la più classicamente 'english' con Dear Diary e Lazy Day, due ballate che instillano serenità ed equilibrio. John Lodge non si tira indietro, ed é il compositore forse meno lirico, con To Share Out Love e Send Me No Wine.

Nello stesso anno la band pubblica un altro disco : “To our children’s chidren’s children”, inaugurando la propria label, la Threshold. La trama concept è dedicata allo sbarco sulla luna, che all’epoca influenzò moltissimi artisti che ne trassero ispirazione per i loro testi: le musiche dei Moody Blues furono usate nelle missioni Apollo e Space Shuttle. I Moodies in questo disco sono in bilico tra composizioni classiche (Candle of life) e pezzi più pop come la stupenda Gypsy, ennesimo maturo frutto dell’inesauribile e crepuscolare vena ispirativa di Justin Hayward, che in questo album firma anche la commovente Watching And Waiting, una delle gemme più splendenti della sua lunga carriera di songwriter. Anche il bassista John Lodge collabora in questo album più corposamente in sede compositiva e sigla (oltre Candle of Life) Eyes Of a Child, divisa in due parti . Da parte loro Ray Thomas e Mike Pinder non si fanno certo pregare e quadrano il cerchio lirico superlativo di To Our Children’s: il primo con Floating ed Eternity Road, Pinder con Sun is Still Shining e soprattutto la metafisica Out and In. E’ un momento magico per i Moody Blues, forse lo zenith della loro carriera artistica, e lo stato di grazia delle loro insinuanti intuizioni melodiche si respira intensamente, stordisce quasi, dalla prima nota all’ultima. È in quel periodo che la band riprende con più regolarità ad esibirsi dal vivo, partecipando a numerosi festival tra cui il Blitzen Jazz in Belgio ma soprattutto nel 1970 il festival dell’isola di Wight, dove suonano verso sera (un’atmosfera cara al gruppo) un set fenomenale e a tratti rock. A fine concerto Ray Thomas pronuncerà la seguente frase “… molti pensano che noi siamo qui solo per i soldi, e non so perché, ma quel che vi posso dire è che quello che ci avete trasmesso questa sera davvero non ha prezzo”. Il concerto è stato poi pubblicato per intero su CD nel 2008, a testimonianza del set emozionante che la band inglese ha tenuto, nonostante molti pezzi fossero difficili da eseguire dal vivo.


In quell’anno esce “A Question Of Balance" che dà un taglio al passato e porta la band verso territori più rock. Il disco avrà anche il conforto della classifica in America salendo al n°3 (e numero uno in Uk). Sono canzoni che troveranno più sbocco nei concerti live e faranno intendere sviluppi futuri per il sound della band, che tenderà a velocizzarsi. Inoltre la trama concettuale sarà sostituita da una formula più convenzionale: di questo disco si ricordano, oltre alla fantasmagorica copertina, i brani Question di Justin Hayward e Tortoise and the Hare, scritta da John Lodge. Notevoli anche Dawning Is The Day, It’s up to you (sempre firmate da Justin) e soprattutto il capolavoro Melancholy Man, song triste, affranta, scritta ed interpretata magistralmente da Mike Pinder. 


Il 1971 li vede tornare ad un disco più vicino ai precedenti, più classicheggiante ma con dei tratti folk e rock. “Every Good boy deserves favour” ha canzoni veramente stupende come The Story in your eyes, brano rock impreziosito dalle armonie vocali del gruppo. Si respira una atmosfera davvero emozionante, con alcune canzoni unite concettualmente come After you came (scritta da Graeme Edge, dove compare il sintetizzatore al posto del Mellotron) e One more time to live (sorretta da uno stupendo flauto suonato da Ray Thomas).


Seventh Sojourn”, il disco del 1972, segna la fine dell' epoca aurea dei Moodies, nonostante il disco finisca al numero uno in USA e UK e contenga la straripante I’m just a singer (in a rock and roll band); il classico sound progressivo è sparito e al suo posto c’è un sound molto più rock’n’roll e ‘70’s. Nonostante lo sforzo fatto nei precedenti dischi e la voglia da parte dei Moodies di essere solo ‘una rock & roll band’ abbondano anche in questa nuova opera veri e propri capolavori melodici di straripante ispirazione crepuscolare, confortati nei testi da un'inquietudine esistenziale molto palpabile ma anche da sopraggiunte maturità e saggezza: le vette assolute sono New Horizons ("Ho abbastanza sogni per me, ed abbastanza amore per tre, ho speranze che mi confortano, ho nuovi orizzonti che si affacciano sul mare") e The Land of Make Believe, scritte ed interpretate con il carisma di sempre da Justin Hayward, Lost in a Lost World ("Mi sono svegliato un giorno, stavo piangendo, perduto in un mondo perduto") e When You're Free Man di Mike Pinder. Completano il quadro Isn't Life Strange di John Lodge e For My Lady di Ray Thomas, sempre godibili ma inevitabilmente più di una spanna sotto il livello sublime del binomio Hayward-Pinder. La band sospende l’attività di gruppo sino al 1978 (anno di pubblicazione di "Octave"), proseguendo con dischi solisti.




The Moody Blues Discography

-- The Magnificent Moodies (Go Now - The Moody Blues #1 in U.S.A., luglio 1965, Decca)
-- Days of Future Passed (novembre 1967, Deram)
-- In Search of the Lost Chord (luglio 1968, Deram)
-- On the Threshold of a Dream (aprile 1969, Deram)
-- To Our Children's Children's Children (novembre 1969, Treshold)
-- A Question of Balance (agosto 1970, Treshold)
-- Every Good Boy Deserves Favour (luglio 1971, Treshold)
-- Seventh Sojourn (novembre 1972, Treshold)
-- Octave (giugno 1978, Decca)
-- Long Distance Voyager (maggio 1981, Polydor)
-- The Present (settembre 1983, Polydor)
-- The Other Side of Life (maggio 1986, Polydor)
-- Sur la mer (6 giugno 1988, Polydor)
-- Keys of the Kingdom (25 giugno 1991, Polydor)
-- Strange Times (17 agosto 1999, Polydor)
-- Journey into Amazing Caves (24 aprile 2001)
-- December (24 novembre 2003, Universal)
-- Lovely to See You (2005, Image Ent.)
-- Live at the Royal Albert Hall with the World Festival Orchestra (2010, Sony Music)

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