STORY OF A SONG - "HEY JOE": la 'murder song' più famosa della storia del rock / di Pasquale Boffoli

HEY JOE è la più famosa 'murder ballad' americana della storia del rock, senza ombra di dubbio: le sue liriche narrano di un uomo tradito che imbraccia un fucile e uccide la sua donna, poi scappa in Messico per sfuggire alla cattura e alla giustizia, il tutto rivelato da lui ad uno sconcertato interlocutore in un drammatico tete-a-tete. Un testo e una nefanda tematica che (se si vuole) possono oggi suonare di incredibile attualità se si pensa alla tragedia del femminicidio che le cronache riportano un giorno si' e uno no: nel tempo invece, soprattutto negli anni '60 quando è nata la song, i fatti in essa riportati sono stati letti curiosamente e forse arbitrariamente come delle metafore per nulla 'maschiliste' e patriarcali di accadimenti di tutt'altro genere.


Hey Joe come tante altre 'popular song' della storia del rock ha un'origine incerta e di varia natura. A volte fu attribuita a Dino Valenti ma ufficialmente fu accreditata nel 1962 alla penna di Billy Roberts, musicista e songwriter americano. Negli anni '60 Hey Joe fu letteralmente saccheggiata dalle garage punk bands americane: nel 1965 The Leaves, garage band californiana ne fecero il loro classico primo singolo passando alla storia ed "Hey Joe" si chiamò anche il loro primo album pubblicato nel 1966. La loro resa del brano fu folgorante,
https://youtu.be/PCZNFPaz1iw?si=CmvURUcgeeU5oe5C molto cinetica, iper-chitarristica e costruita su un inedito inserto strumentale, davvero iconica. La song fu ripresa da altre due grandi garage band, nel 1966 dai Love di Arthur Lee in modalità frenetiche ma folkeggianti nel loro primo omonimo album 
https://youtu.be/40DVJUeBCMM?si=vQV8xWuV7VNSYfw- e nel 1968 da The Music Machine di Sean Bonivell 
https://youtu.be/f7y3SrJfNic?si=Ii6zJb3KkeaP0L1- nell'album "(Turn On) The Music Machine", al contrario lenta, sofferta, misticheggiante, splendida.

La versione più nota del brano però è senza dubbio quella di Jimi Hendrix con il suo trio Experience uscita nel dicembre del 1966, tra l'altro il primo singolo in assoluto della carriera di Hendrix realizzato appena arrivato a Londra dall'America e caldeggiato fortemente dal suo manager di allora, Chas Chandler, il bassista degli Animals di Eric Burdon. Pare che Hendrix all'inizio non fosse assolutamente d'accordo con Chandler e non volesse inciderla: sarebbe stato un vero peccato perché ne venne fuori una Hey Joe eccezionale, altamente drammatica, in crescendo fino all'esplosione finale in un solo di chitarra concitato e avvincente, per non parlare della performance vocale di Hendrix, intensa e calda all'inizio, poi sempre più rabbiosa e dolorosa. 

https://youtu.be/biguQQBpHjY?si=kl-4wHjX55xZSEyG

Un'altra memorabile reinterpretazione fu ad opera dei Byrds, anteriore di qualche mese a quella di Hendrix, inclusa nel loro album psichedelico per eccellenza "Fifth Dimension" pubblicato nel luglio 1966. La frenetica veloce Hey Joe (where you gonna go) dei Byrds cantata da David Crosby con toni allucinati, scompaginava completamente il temporalmente successivo mood hendrixiano lento e morboso tramite schizzate sorprendenti chitarre (McGuinn e Crosby) attorcigliate su se stesse. 

https://youtu.be/JT1TDEh_mHs?si=yNkGED76XQ1HPl2O

Sempre nel 1966, un anno fondamentale per l'evoluzione del rock, una garage/blues band di Chicago, The Shadows Of Knight, pubblica il suo secondo album "Back Door Men" con una versione di Hey Joe molto creativa, ad altissimo tasso psichedelico. 

https://youtu.be/7qj4CMHQ6AU?si=I1G1c2gbhnl37PGs

Anche l'immenso Frank Zappa volle esprimersi su Hey Joe, nel 1968 ne incise una parodia insieme alle sue Mothers of Invention (abitudine consolidata in quel periodo per quel combo di pazzi dissacratori punk ante litteram !!!) intitolata Flower Punk https://youtu.be/HQfZmMI87P4?si=ASy8n4o7yNiqVYRq nel loro album "We're Only in It for the Money": si trattava di una velenosissima presa per il culo del movimento hippie a colpi di "...hey punk! Hey Punk! Hey Punk! Hey punk, where you goin' with that flower in your hand?...". 

Dall'altra parte dell'oceano sempre nel 1968 dei Deep Purple di inizi carriera rivisitarono la song nel loro album di debutto "The Shades of Deep Purple" con ancora Rod Evans lead vocal https://youtu.be/toLfkTM28Wo?si=V324ritoAIcaqB27 : una versione barocca completamente diversa da tutte le altre, quasi otto minuti introdotti da una porzione strumentale dominata dall'organo spagnoleggiante di Jon Lord, che torna poi a dominare il brano a ritmo di bolero insieme all'insolente e già geniale chitarra solista di Ritchie Blackmore

Nel 1974 Hey Joe (version) fu adottata e stravolta da Patti Smith - una delle premature icone del punk newyorkese - in un'interpretazione visionaria e farneticante arricchita da sue liriche recitate: avvenne su un raro singolo (antecedente a "Horses", suo album debutto del 1975) che riportava sul lato B la celebratissima Piss Factory. https://youtu.be/HVbqHNNHx88?si=cXdAXYbaxhSfDu89

La line-up della sua Hey Joe era stellare: un Tom Verlaine impegnato a grattare e sgretolare la sua sei corde solista, il valoroso Lenny Kaye (anche produttore del singolo) rhythm guitar, Richard Sohl al piano. Anche Nick Cave volle reinterpretare Hey Joe con i suoi Bad Seeds iniettandole una mutata sensibilità rock: lo fece nel 1986 nel suo (terzo) cover-album "Kicking Against The Pricks", stigmatizzandola naturalmente con il suo mood interpretativo carismatico e inconfondibile: i fatti sono narrati da Cave con modalità fredde e distaccate mentre alle sue spalle Mick Harvey, Blixa Bargeld, Barry Adamson e Thomas Wydler scavano un morboso inferno sonoro in cui è bello precipitare.  

https://youtu.be/4YpvvOgafKQ?si=4kzVCe6HOi8HRaTV

Infine nel 2002 Robert Plant volle forgiare una personale versione della song - particolarmente esasperata ma non esattamente riuscita - nel suo album solista tutto di covers "Dreamland". Attraverso i decenni fin negli anni duemila si sono succedute molte altre covers del brano tra cui quelle di Wilson Pickett, Cher, Johnny Hallyday, Marmalade, Alvin Lee, Roy Buchanan, Popa Chubby, Otis Taylor e di altri artisti e band con titoli diversi. Negli ultimi mesi del 2025 la murder-song più famosa è tornata di attualità grazie alla pubblicazione in Giugno di "That Gun in Your Hand: The Strange Saga of ‘Hey Joe’ and Popular Music’s History of Violence”, un libro di Jason Schneider per Anvil Press di 256 pagine con la pregiata prefazione di Lenny Kaye. Scrive Kaye: "Mi imbattei per la prima volta nella canzone quando virò verso il folk-rock, negli anni delle garage band. C’era sempre confusione sulla sua paternità autoriale, ma ciò non faceva che accrescerne il fascino del mistero, come un romanzo giallo che indaga un delitto passionale, per pesare l’assassino sulla bilancia della giustizia. Come ti dichiari, Joe? Colpevole come da accusa.” Sarà mai tradotto il libro in italiano? Lo speriamo vivamente. 


                                          Il testo 

Hey Joe, dove stai andando con quella pistola in mano / hey Joe, ho detto dove stai andando con quella pistola in mano           

Sto andando a uccidere la mia vecchia signora / Sai, l'ho trovata in giro con un altro uomo / Già, sto andando a sparare alla mia vecchia signora

Hey Joe, ho sentito che hai ucciso la tua vecchia signora / Le hai sparato adesso. Le hai sparato, l'hai stesa

Si! si, l'ho fatto, le ho sparato / sai, l'ho trovata in giro per la città a fare casino con un altro uomo / sai, ho sorpreso la mia vecchia signora in giro per la città / E le ho preso la pistola / E le ho sparato

Hey joe, dove correrai adesso, dove andrai, dove ti nasconderai

Andrò a sud / verso il Messico / dove posso essere libero / dove nessuno potrà trovarmi / dove non ci sarà nessuna condanna / nessuno mi potrà mettere una corda intorno al collo / È meglio che tu lo creda adesso /Devo andare ora

Hey joe / è meglio che ti sbrighi
















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