SPECIALI - BRIAN WILSON: Un genio senza tempo della melodia e della composizione (1942 - 2025) / di Pasquale Boffoli

 


Tristi notizie

Nei primi mesi del 2024 una news della BBC insieme ad altri media ha annunciato al mondo che la famiglia dell'ex leader dei Beach Boys BRIAN WILSON ne aveva chiesto la tutela alla corte di Los Angeles per problemi di salute. I documenti della corte ottenuti da diversi media americani dicevano che il musicista, 81 anni, soffriva di "disordine neurocognitivo" simile alla demenza. L'azione è partita dopo che la moglie di Wilson da 28 anni Melinda era morta nel Gennaio del 2024. La famiglia aveva dichiarato che la sua decisione era stata presa dopo attenta considerazione e consultazione con Wilson, i suoi dottori, i suoi 7 figli e la sua governante. Queste news ci avevano fatto capire che la situazione di Brian Wilson era davvero critica. 

"L'ultima volta che Brian Wilson è apparso in pubblico con la sua band è stato il 26 Luglio 2022 al The Pine Knob Music Theatre nei pressi di Detroit. È stato il suo ultimo concerto e la fine di un'era leggendaria: il tutto è risultato toccante e 'agrodolce' perché combattendo contro la demenza e la fragilità si è mosso attraverso un repertorio di classici comprendente California Girls, supportato dall'amico di lunga data Al Jardine e da una band devota. La sua voce era debole, l'energia scarsa ma l'amore del pubblico rese tutto molto bello. L'aggettivo 'agrodolce' è stato adoperato più tardi dall'attore John Stamos (ha fatto parte dell'evento) perché Wilson aveva intuito che era il suo addio. Alcuni mesi dopo il suo ritiro è stato confermato. Quando concluse la sua performance con God Only Knows fu chiaro che era la gentile ed emozionante fine di un'era leggendaria" (traduzione da fonti estere)

Brian Wilson se ne è andato a 82 anni l'11 Giugno 2025 a Beverly Hills (California), era nato il 20 Giugno 1942 a Inglewood (California): forse è una casualità ma Giugno si è rivelato un mese fondamentale nella sua vita. Dopo due settimane è stata resa pubblica la causa della morte: arresto respiratorio.


Con I Beach Boys

La dipartita di Brian Wilson è stata una tristissima notizia per chi lo ha sempre considerato (come il sottoscritto) uno dei più geniali compositori musicali soprattutto del XX° secolo, artefice e inventore di una nuova fascinosa concezione melodica e armonica sin dagli anni dei Beach Boys di cui è stato leader e mentore quasi per tutto il periodo della loro esistenza, nonostante le frequenti problematiche psichiche e di dipendenza dalle droghe da cui è stato affetto. Consigliamo ai neofiti (e non) il libro del novembre 2016 per Arcana Editrice "Good Vibrations - La Storia dei Beach Boys”, di Aldo Pedron (saggista, giornalista e critico rock decano, il massimo conoscitore nel nostro paese della band) e Roberta Maiorano, il più corposo ed esauriente volume in assoluto pubblicato in Italia sull’argomento: si può leggere tutto, ma proprio tutto, sui Beach Boys. 

Brian Wilson trasformò musicalmente una band scanzonata primissimi anni '60 tutta surf e testi innocenti (auto/moto/spiagge assolate e ragazze) in un gruppo sempre più maturo dalle armonie vocali e soluzioni compositive sempre più sofisticate. Il tutto in modo graduale ma inesorabile soprattutto durante gli anni '60 attraverso i suoi brani ancora oggi carismatici all'insegna di una progressiva 'visione' estetica musicale che aveva pochi pari, confortata spesso dalle empatiche ed efficaci liriche dell'amico Tony Asher: Get Around, Surfer Girl, California Girls, Don't Worry Baby, Darlin', In My Room, Let Him Run Wild, Please Let Me Wonder, God Only Knows

Good Vibrations, 'Til I Die, Caroline No, Don't Talk Put Your Head In My Shoulder, I Just Wasn't Made For These Times, I'm Waiting For The Day, Wouldn't It Be Nice, ma l'elenco è davvero lunghissimo. Ecco le significative liriche di Tony Asher cantate da Brian Wilson con suadente trasporto vocale ed emotivo nella lenta 'I Just Wasn't Made For These Times' (1966, contenuta in "Pet Sounds"): a commuovere è un artista e uomo fragile e amletico, quasi disadattato, lontano anni luce dalle spensierate solari songs dei Beach Boys tutte ragazze/auto/surf di appena uno o due anni prima:

"Continuo a cercare un posto in cui adattarmi / dove la mia mente possa spaziare / ho fatto di tutto per trovare le persone che non lascerò indietro. Dicono che ho cervello / ma non mi succede niente di buono / vorrei che potesse essere possibile. Ogni volta le cose ricominciano a succedere / penso di avere qualcosa di buono da fare per me / ma qualcosa va storto. 

A volte mi sento molto triste / non ho trovato la cosa giusta in cui mettere il mio cuore e la mia anima / a volte mi sento molto triste / immagino di non essere fatto per questi tempi. Ogni volta che mi viene l'ispirazione / per andare a cambiare le cose / nessuno vuole aiutarmi a cercare posti dove si potrebbero trovare cose nuove. Dove posso rivolgermi quando i miei amici del bel tempo se ne vanno ? / Immagino di non essere fatto per questi tempi"

Gli album (LP si diceva una volta) di lunga durata dei Beach Boys misero ancora più a fuoco il talento smisurato di Brian Wilson, e parliamo sempre precipuamente degli anni '60: "All Summer Long" (1964), "The Beach Boys Today!" (1965), "Summer Days (And Summer Nights!!)" (1965), il capolavoro assoluto "Pet Sounds" (1966, uno dei lavori più importanti della storia del rock), "Smiley Smile" (1967, il famoso leggendario lavoro incompiuto poi conosciuto come "Smile"), "Wild Honey" (1967), "Friends" (1968), "20/20" (1969), "Sunflower" (1970). 



E' sempre valido - pur se minore per le pesanti problematiche esistenziali già descritte - l'apporto creativo di Wilson in album successivi anni '70 ugualmente superbi come ispirazione come “Surf's Up” (1971), “Holland” (1973), “Love You” (1977).




Ascolta "Pet Sounds"
Ascolta "Smiley Smile"
Ascolta "Sunflower
Ascolta "Surf's Up"
Ascolta "Holland"
Ascolta "Love You"


La carriera solista negli anni 2000: i dischi, i live, le raccolte. I film, le colonne sonore. 

Anni fa Elvis Costello - non l'ultimo arrivato - esternò una sua intima convinzione: "nella storia della musica contemporanea americana c'é un filo rosso che parte da George Gershwin ed attraverso Burt Bacharach giunge sino a Brian Wilson". Il cerchio di questa eloquente dichiarazione di Elvis Costello fu chiuso nel 2010 con la pubblicazione di "Brian Wilson Reimagines Gershwin", un pregevolissimo intero album dedicato a George Gershwin 

composto da personalissime reinterpretazioni di Wilson di suoi brani celeberrimi come Summertime, I Loves You Porgy, It Ain't Necessary So, Love is Here to Stay, 'S Wonderful, I Got a Crush on you, Someone to Watch Over Me, They Can't Take That Away From Me, I Got Rhythm. La squisita sensibilità di Wilson si può ritrovare anche in ciò che affermò in occasione dell'uscita di questo suo progetto: "La musica di Gershwin ti porta in alto. Non avrei fatto questo per nessun altro. Gershwin è il più grande, io molto meno. Non potrò mai comporre come George, ma posso emularlo e farlo conoscere alla nuova generazione”. E ancora: "I miei genitori mi portarono a casa del nonno che mise sul giradischi proprio Rapsodia in Blu per me; io sedevo vicino al giradischi. Ricordo che la amavo moltissimo...davvero. Essa contiene tutto: movimento melodico, arrangiamento, impeto, eccitazione, bellezza. È assolutamente un’opera d’arte”. 

La carriera solista di Brian Wilson era però iniziata ventidue anni prima nel 1988 con la pubblicazione dell'omonimo "Brian Wilson", dopo un ennesimo lungo periodo di crisi dovuta soprattutto a problemi psichici iniziato dopo l'uscita nel 1977 dell'album dei suoi Beach Boys "Love You": grande influenza su questo riuscito ritorno artistico fu esercitata da Eugene Landy, lo psicologo di Wilson. Sì tratta di un album tutto sommato ispirato di cui il brano chiave è Love And Mercy che descrive efficacemente nel testo un positivo, commovente e rinnovato stato d'animo verso il mondo: diventerà anche nei decenni seguenti il brano simbolo di un uomo/artista nuovo.

"Ero seduto a guardare un film scadente / Con le mani sul mento / Tutta la violenza che si verifica / Sembra che non vinciamo mai /Amore e misericordia, questo è ciò di cui hai bisogno stasera / Amore e misericordia per te e i tuoi amici stasera

Ero sdraiato nella mia stanza / E le notizie sono arrivate in TV / Un sacco di gente là fuori soffre / E questo mi spaventa davvero / Amore e misericordia, questo è ciò di cui hai bisogno stasera / Amore e misericordia per te e i tuoi amici stasera

Ero in un bar / A guardare tutta la gente lì / Oh, quanta solitudine in questo mondo / Beh, semplicemente non è giusto / Ehi, amore e misericordia, questo è ciò di cui abbiamo bisogno stasera / Amore e misericordia per te e i tuoi amici stasera"

Dopo, prima dell'arrivo dei duemila, altri due dischi assolutamente non disprezzabili: "Orange Crate Art" (1995, a quattro mani con la sua vecchia conoscenza Van Dyke Parks


e "Imagination" (1998), e sempre nel 1995 un'ottima colonna sonora, "I Just Wasn't Made for These Times". Se il già su raccontato "Brian Wilson Reimagines Gershwin" del 2010 rappresenta forse la produzione più riuscita di un nuovo periodo/corso creativo si può affermare senza tema di smentite che nei primi due decenni dei 2000 Brian Wilson è stato per fortuna molto prolifico artisticamente nonostante i frequenti alti e bassi della sua vita privata e ha mantenuto un livello qualitativo e ispirativo sempre medio-alto. Questo suo pieno riscatto degli anni duemila coincide anche con l'ingresso nella sua vita artistica dei Wondermints, un ensemble di dieci abilissimi musicisti a tutto tondo, capaci di ricreare senza sbavature in studio e dal vivo (l'autentica meraviglia!), strumentalmente e vocalmente lo stesso inconfondibile mood dei Beach Boys. Ascoltare per credere: in "Live at the Roxy Theatre" e "Brian Wilson presents Pet Sounds Live" ad esempio Wondermints sono incredibili nel riprodurre nei minimi particolari 

il sound dei numerosi musicisti di studio che coadiuvarono i Beach Boys nella realizzazione di autentici monumenti dell'arte pop quali Pet Sounds, Holland, Surf's Up, Smile. È Darian Sahanaja il leader e guida dei Wondermints (all'inizio solo in tre) nonché stretto e abilissimo collaboratore di Wilson in studio, insieme a Paul Von Mertens - un ex Poi Dog Pondering - anche musical director della Brian Wilson Band. I
n sequenza cronologica i nuovi parti sulla lunga distanza di Brian: il modesto, poco ispirato "Gettin' in over My Head" (2004, con ospiti Eric Clapton e Paul McCartney), "Brian Wilson Presents Smile" (2004, compiuta - alla fine - splendida riproposizione del famoso disco incompleto dei Beach Boys del 1967), 
"What I Really Want for Christmas" (2005, una rielaborazione del "The Beach Boys' Christmas Album” del lontanissimo 1964 con l'aggiunta di due nuovi episodi, What I Really Want for Christmas e Christmasey), "That Lucky Old Sun", del 
2008, ancora con Van Dyke Parks, una concept-opera finalmente dalle fattezze di capolavoro che sigla il ritorno dell'artista dalla voce da 'adult/child' - così lo definisce nel sito AllMusic John Bush - alla sua ispirazione più limpida,


e "In the Key of Disney" (2011, una gustosa esplorazione/rivisitazione dei brani più noti delle soundtracks dei cartoni animati di Walt Disney amate in gioventù da Brian e mai dimenticate), "No Pier Pressure" (2015), "At My Piano" (2021). Nel frattempo c’è nel 2012 una ennesima e bella reunion dei Beach Boys siglata dal riuscito album “That’s Why God Made The Radio”. 

Purtroppo il discorso cambia con "No Pier Pressure" la cui riuscita è non poco danneggiata dalla presenza di una nutrita schiera di vocalist mainstream (Sebu, She & Him, Peter Hollens, Kacey Musgraves, Nate Ruess) che il 'grande vecchio' ha voluto accanto a sè e da arrangiamenti in alcuni casi eccessivamente patinati. L'ispirazione compositiva di Brian Wilson, a tratti debole e incerta, torna per fortuna a toccare buoni approdi nella bella The Right Time (singolo trainante dell'album), nello strumentale crepuscolare Half Moon Bay 


con la magica tromba di Mark Isham), nelle elegiache This Beautiful Day, The Last Song, One Kind of Love e nelle tre songs comprese solo nella deluxe edition del disco (Don't Worry, Somewhere Quiet, I'm Feeling Sad). 

Al contrario, per sottrazione, nel 2021 le quindici solitarie e malinconiche tracce strumentali di "At My Piano" suonano come se Wilson abbia voluto estrapolare e fissare per sempre (l'eternità) a mo' di testamento artistico la quintessenza melodica di alcune indimenticabili songs del suo repertorio compositivo (God Only Knows, Good Vibrations, The Warmth Of The Sun, Friends, Till I Die, California Girls, In My Room, You Still Believe In Me, Love and Mercy, Wouldn't It Be Nice, Surf's Up etc...). I tre minuti e mezzo di Sketches Of Smile resuscitano i momenti armonici salienti del leggendario "Smile".
Imperdibili e pregevolissime nei duemila anche tre incisioni dal vivo: "Live at the Roxy Theatre" (2000), "Pet Sounds Live" (2002), "Brian Wilson and Friends" (2016) che non esitiamo a consigliare di ricercare e fare proprie, soprattutto le prime due. Chi poi non ha nulla nella sua collezione di Wilson e volesse farne un'ottima conoscenza può fare sua la raccolta del 2017 "Playback: The Brian Wilson Anthology". 

Ascolta "Brian Wilson" (1988)
Ascolta "Brian Wilson reimagines Gershwin"
Ascolta "That Lucky Old Sun"
Ascolta "Brian Wilson presents Smile"
Ascolta "Pet Sounds Live"
Ascolta "No Pier Pressure"
Ascolta "At My Piano"


Le Pellicole 

Due sono le interessantissime pellicole uscite nei duemila sul grande artista americano: "Love & Mercy - The Life, Love And Genius Of Brian Wilson" (2014), un biopic di Bill Pohlad con una soundtrack vivacissima curata da Atticus Ross, ricavata anche dalla produzione dei Beach Boys e comprendente One Kind Of Love, una song scritta per l'occasione da Wilson. 

Il singolare film documentario "Long Promised Road" di Brent Wilson è uscito nel 2021: la sua colonna sonora comprende anche materiale inedito mai pubblicato prima di Wilson, realizzato soprattutto negli anni '90 da lui e Andy Paley; ciliegina sulla torta Right Where I Belong, una nuova song composta da Brian e Jim James, il leader dei My Morning Jacket.

Ascolta "Long Promised Road" (Original Motion Picture Soundtrack)

https://youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_ksoOW0CO12JIw7tSBpxY7eiYwoPm5XL2Y&si=dcpmvxvK9QvyiSh0


LOVE & MERCY - THE LIFE, LOVE AND GENIUS OF BRIAN WILSON

(Film, regia Bill Pohlad, 2014) con Paul Dano, John Cusack, Elizabeth Banks, Paul Giamatti 

"Love & Mercy - The Life, Love And Genius Of Brian Wilson" è il biopic/film sulle vicende artistiche ed esistenziali di Brian Wilson (con i Beach Boys negli anni ’60 e sui suoi noti problemi psichici da adulto, a cavallo tra i ’70 e gli ’80) del 2014 diretto da Bill Pohlad (prodotto da Lionsgate, Roadside Attractions e dal regista), proiettato negli Stati Uniti nel 2015, distribuito e proiettato in Italia nel 2016 con il brutto titolo "Tutto Per La Musica". La ghiotta colonna sonora, "Music From Love & Mercy" curata da Atticus Ross, é uscita nel 2015. 

Sulla locandina della pellicola uno stralcio del Washington Post recita: 'Straordinario, visionario, brillantezza nella brillantezza. Paul Dano e John Cusack sono mesmerici in una innovativa doppia interpretazione come Brian Wilson'. Come non condividere con grande entusiasmo, dopo aver visionato il biopic, queste parole sulle due performance dei suddetti attori? Paul Dano sprigiona carisma e passione nel rivisitare il Brian Wilson dei ’60 (delle due, per la cronaca, l’interpretazione preferita dall’artista), John Cusack è cupo e deprimente, e in un primo momento non convince appieno, quasi un alieno rispetto al contesto. Ma alla fine i due attori si integrano alla perfezione, il regista Bill Pohlad riesce a saldare bene due fasi esistenziali apparentemente distanti tra loro. Ottima anche l’interpretazione di Paul Giamatti dell’ossessivo psichiatra Eugene Landy (il vero perno “negativo” su cui gira il film) e quella di Elizabeth Banks di Melinda Ledbetter, seconda amorevole e comprensiva moglie di Wilson, decisiva nella rinascita umana e psicologica del grande compositore. Alla fine del film si rimane ancora stupiti e affascinati, quasi storditi, dalle monumentali creatività e qualità melodica della produzione musicale dell’artista americano, che quando il film è uscito non stava attraversando un momento facile: ritiratosi a vita privata dalle sue imminenti incombenze “live”, è ripiombato parzialmente in quei disturbi di personalità che hanno devastato la sua giovinezza, e che nel film sono narrati con potente respiro cinematografico, con un costante e indovinato salto temporale da un decennio a un altro. 

Love & Mercy - The Life, Love And Genius Of Brian Wilson è un affresco sentito e appassionato dell’arte immortale del musicista californiano, autore di capolavori (pochissimo imparentati con il rock, molto con il pop e tantissimo con una nuova inclassificabile musica classica toccasana per l’anima) senza tempo soprattutto del XX° secolo, non solo come Good Vibrations, God Only Knows, "Pet Sounds" e "Smile" ma di tantissimi altri. Una pellicola da vedere assolutamente, fondamentale per i fans di Brian Wilson, anche se non è stata la prima volta che il grande schermo ha omaggiato lui e i Beach Boys.


Guarda "Love & Mercy"

Brian Wilson official

Social



Commenti

Post popolari in questo blog

EDITORIALE

RECENSIONI: MOON'S MALLOW: "Moon’s Mallow" (Autoproduzione, 2025) - 10 tracce e un’esplosione di cuore fuzz / di Leonardo Centola

2024 BEST ALBUMS