CINEMA - PINK FLOYD: “Live At Pompeii MCMLXXII” di Adrian Maben (2025, Columbia/Sony Recordin kog) / di Luca Sponzilli

 

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Ambizioso regista e grande appassionato d’arte, Adrian Maben, colpito dal legame tra musica e cinema, verso la fine del ‘70 propose ai Pink Floyd, di cui nel frattempo era diventato grande ammiratore, o meglio al loro manager Steve O’Rourke la volontà di girare un film-concerto con il gruppo, proposta presa in considerazione dal manager ma che aveva come prerogativa la scelta del posto. Nella primavera del ’71 Maben, in vacanza in Italia, durante la visita all’area archeologica di Pompei smarrisce il passaporto; di questo se ne accorge in albergo, torna agli scavi nel vano tentativo di ricerca soffermandosi ad osservare quel luogo millenario restando affascinato dall’atmosfera suggestiva al crepuscolo - a posteri il filmmaker racconterà di come l’anfiteatro avesse ripreso vita al tramonto, come se i fantasmi dei morti fossero tornati a ripopolarlo e a farla breve immaginò il contesto da set ideale. L’idea di far suonare i Pink Floyd in un sito storico, costruito dai romani nell’80 a.C., e senza spettatori, convinse O’Rourke che di conseguenza spinse la band ad accettare. La mancanza del pubblico era voluta poiché l’attenzione doveva concentrarsi sugli artisti mentre nelle pellicole del tempo - va ricordato che eravamo nelle stagioni dei free festival e dei grossi eventi - era divisa con il parterre. Il progetto coinvolse professionisti da tutta Europa e grazie a Ugo Carputi, docente di architettura a Napoli, contattato personalmente da Maben si ottenne il permesso della Sovraintendenza ai Beni Culturali per girare e registrare l’importante documento. 

All’interno dell’anfiteatro vennero installate quattro cineprese, tre mitchell (le stesse adoperate negli studi di Cinecittà da Federico Fellini e Sergio Leone) e una arriflex, mentre per la parte audio si utilizzarono un mixer a 24 canali e un registratore ampex ad otto piste (sette dedicate agli strumenti ed una riservata al segnale di sincronizzazione). Risolti alcuni contrattempi tecnici, le riprese ufficiali iniziarono il 4 Ottobre del 1971 - anziché l’1 -  con Echoes, proseguendo il 5 con A Saucerful Of Secrets, il 6 con One Of These Days e terminando il 7. Maben tornerà a Parigi con le immagini di soli tre brani completi, differentemente dalla parte audio ben più completa, più una serie di filmati da riordinare fra cui quello girato con la camera a mano il 3 Ottobre alla solfatara di Pozzuoli, poi incluso nella stesura finale. Realizzato un montaggio provvisorio con una proiezione privata, il lavoro di acquisizione continuerà in terra francese a partire dal dicembre dello stesso anno e il nuovo ciak sarà un alternanza di frames portati dall’Italia e canzoni aggiunte - in ordine, per i più esigenti alle statistiche, saranno Careful With That Age Eugene, Set the Controls, Echoes Pt.2 e Mademoiselle Nobs (che poi è Seamus) - fingendo di essere a Pompei. L’audio originale verrà arricchito di nuove parti e trasferito su un multitraccia ampex. In ordine nel marzo del 1972 viene definito il master, a giugno viene organizzata un’ulteriore riproduzione privata, tra il 16 ed il 17 ottobre si conclude il lungometraggio ad Abbey Road mentre i Pink Floyd erano negli stessi studi per "Dark Side Of The Moon" e finalmente "Live At Pompei" arriva nelle sale.

Negli ultimi tempi la produttrice Lana Topham, che aveva già avuto modo di lavorare con la band, ha recuperato nei loro archivi cinque bobine con l’originaria e integrale pellicola negativa a 35 mm e si è occupata, in qualità di direttrice, del restauro dei preziosi ritrovamenti in alta definizione 4K. La nuova versione del kolossal, uscita lo scorso aprile in dvd e blu-ray, è stata migliorata sia nella parte visiva sia nel sonoro con il remastering affidato a Steven Wilson che, contestualmente al film vero e proprio, si è interessato anche della parte discografica. Wilson, nel recente passato ha remixato, solo per fare alcuni nomi dell’underground dei ‘70s, gli esordi dei Gentle Giant, dei Jethro Tull, dei King Crimson, utilizzando la tecnologia dell’audio immersivo in 5:1 e il mix in dolby atmos ed il ‘Live at Pompeii’ - nel frattempo al titolo è stata aggiunta la cifra numerica MCMLXXII - va ad ampliare ulteriormente il suo catalogo.


Proiettato/tornato nei cinema dal 24 al 30 Aprile 2025, stampato, va ricordato, per la prima volta in doppio vinile LP e doppio cd - le copie in circolazione fino ad oggi erano in realtà dei bootleg - il disco al di là del prodotto, una setlist di canzoni da "Ummagumma" (meglio qui) e "Meddle", ha nel suo momento il ‘vero’ valore storico e mi spiego meglio: la performance segnava la definitiva svolta dal rock visionario dei ’60 a quello progressista e l’uscita del concept dal prisma triangolare collocherà Gilmour, Waters, Mason e Wright nell’olimpo delle rockstar, con tutto quello che seguirà (crescita della popolarità e della platea, show dalle sontuose scenografie, vendite milionarie, premi e riconoscimenti) tra alti, molti, e bassi, i continui contrasti interni fra loro, senza mai dimenticare, logorati dai sensi di colpa, chi dei Pink Floyd era stato il vero fondatore.

ALBUM TRACKLISTING

Side A

1. Pompeii Intro

2. Echoes - Part 1

3. Careful With That Axe, Eugene

Side B

1. A Saucerful of Secrets

2. Set the Controls for the Heart of the Sun

Side C

1. One of These Days

2. Mademoiselle Nobs

2. Echoes - Part 2

Side D

1. Careful With that Axe, Eugene - Alternate take

2. A Saucerful of Secrets - Unedited


Ascolta "Live At Pompeii MCMLXXII” 

https://youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_mQFYlnpjddk17sP5AJo64kYXaMN-IX1Xo&si=AbUDDZiiT4QKhBm-

Official Trailer 

https://youtu.be/OpFK9JCT8PU?si=nsAw7ZRI3Pi3YDfj


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