RECENSIONI - LA NINA (LaNiña): ”Furèsta” (2025, BMG) di Luca Sponzilli
"Furèsta" è il secondo album da studio di Carola Moccia o meglio di La Niña, artista partenopea le cui sonorità prendono da più stili ma portano in un’unica direzione, Napoli. La cantante-strumentista vanta diverse collaborazioni ad arricchire il suo curriculum autografo - e non - ed opinione condivisa da più parti, è fra le proposte più interessanti - ed originali - dal panorama Italia. Il disco, confezionato in cd o nel formato vinile trasparente con copertina apribile corredata dalle significative liriche, contiene dieci momenti - undici nell’LP - ben congegnati in una setlist il cui ordine immagino sia stato scelto dalla compositrice stessa. Un’attenzione nel voler raccontare ogni singolo momento, utilizzando il suo linguaggio, quasi maniacale a livello di scrittura ed arrangiamenti, condivisi con il produttore Alfredo Maddaluno, tant’è che la tradizione è interpretata in maniera rivoluzionaria; a farla breve c’è una notevole contemporaneità nei ruoli. Dalle radici e matrici mediterranee dell’iniziale Guapparia alle popolane O’ballo d’è mpennate o Chiena ‘e scippe, dalle ballate folkloristiche di Figlia d’a tempesta al flamenco di Ahi! e man mano tammurriate, tarantelle, vocalità carnali à la Teresa De Sio o coralità rassomiglianti al repertorio de Le Mystère des Voix Bulgares (Mammamà), finanche alle orientaleggianti Sanghe, con un violino gitano e vaghi oneri Dead Can Dance, e Pica Pica che mi ha ricordato i Monsoon con Sheila Chandra. Particolarmente curata la registrazione parimenti alla strumentazione utilizzata (batteria, chitarra classica, chitarra battente, clavicembalo, flauto traverso, mandolino, maracas, nacchere, percussioni tamburi a cornice e tastiere), in sospeso tra classico e moderno. Complimenti.
Figlia d' 'a Tempesta (official video)
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