RECENSIONI - THE HORRORS: "Night Life" (2025, Fiction Records) / Bentornati nell'oscurità - di Vanni Sardiello
A volte basta un battito. Una manciata di secondi. E capisci. Quando Ariel apre il nuovo album dei britannici The Horrors, "Night Life", la sensazione è inequivocabile: sono tornati. Non importa che siano passati otto anni dall’ultimo disco in studio ("V", 2017). Non importa che la formazione sia cambiata. L’identità sonora della band di Southend-on-Sea (Essex), quel misto di malinconia, furia ed eleganza decadente pulsa ancora forte, viva, inconfondibile. Con Faris Badwan e Rhys Webb a tenere saldamente il timone, e i nuovi arrivati Amelia Kidd e Jordan Cook a rinfrescare la miscela, Night Life si presenta come una lunga immersione nell'ombra. Ma non un'ombra statica: è un buio che si muove, respira, ti avvolge e ti sfida.
La produzione affidata a Yves Rothman (uno che sa come stratificare suoni fino a farli vibrare sottopelle), ha trasformato queste tracce in paesaggi sonori densi e cinematici. Synth scuri, drum machine processate, linee di basso nervose: il tutto costruisce un labirinto notturno dove è dolce perdersi. Night Life è un disco che racconta la notte come uno stato mentale. Non la festa, non il ballo... ma quel momento in cui il mondo rallenta, si distorce, e i pensieri diventano pesanti come macigni. Atmosfere industrial e dark synth dominano, tra richiami ai Depeche Mode più oscuri, ai Nine Inch Nails di "Downward Spiral", e alle vibrazioni shoegaze più siderali.
Ogni brano è una stanza diversa di questo hotel dell’inquietudine. Trial By Fire brucia lento, feroce, con ritornelli che sembrano pugni nello stomaco; Lotus Eater ti ipnotizza in un rave immaginario fatto di sogni spezzati; The Silence That Remains commuove con la sua fragile alternanza vocale tra Badwan e Kidd, come due anime perse che si cercano al buio. Non aspettatevi un album immediato. Night Life è uno di quei dischi che ti si insinuano dentro poco alla volta, come un veleno lento e dolce. Richiede tempo, attenzione... e un pizzico di abbandono emotivo. Ma se gli date fiducia, vi restituisce un mondo intero fatto di malinconie urbane, battiti spezzati e cieli senza stelle.
Certo, non tutto fila liscio: alcuni passaggi sembrano più frammenti sparsi che parte di un disegno preciso. Ma anche questa imperfezione, questa fragilità compositiva, sembra coerente con il mood generale: un senso di transizione, di rinascita ancora in divenire. Con Night Life, gli Horrors non cercano di compiacere nessuno. Non gridano, non sbattono la porta. Semplicemente, esistono. Nel buio. Con dignità, con rabbia, con una bellezza ruvida che ti si incolla addosso come l'aria umida alle quattro del mattino. E se questo è il loro nuovo inizio... beh, io sono già pronto a seguirli ancora, passo dopo passo, notte dopo notte.
The Horrors
Night Life
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