RECENSIONI - MAGICK POTION: "Magick Potion” (2024, Riding Easy Records)


L'astronave dei Magick Potiontrio di Baltimora formato da Dresden Boulden (voce/chitarra) Triston Grove (basso) e Jason Kendall (batteria), deve aver intrapreso un viaggio spazio-temporale sino ai tardi anni ’60 e più precisamente nella San Francisco post human be-in. Dopo aver ascoltato i Blue Cheer e partecipato ai numerosi free concert organizzati dalle allora nascenti community anarco-hippies, il curricolo ha fatto ritorno nel 2024 con le idee ben chiare su come doveva essere il loro sound, un blues acido, barbaro e post-psichedelico. 


Notati dalla Riding Easy Records, i tre freak registrano il loro omonimo LP d’esordio per la label californiana, otto brani per ricordarci come si suona(va) il rock. Echi Sub Pop in Pagan, paranoie heavy in Love With A Wizard e Chateau Nights, deflagranti schemi già conosciuti, i Kyuss in Empress, i Monster Magnet in Never Change o gli Electric Peace in Ultraviolet , ma anche Uriah Heep, Mountain, McDonald & Sherby, Hendrix nell’iniziale Fever Dream fino al raga della conclusiva Wild Perfumes; tanto per darvi un’idea, un ampio alveo di soluzioni stilistiche ‘70s oriented. Non fate i lavativi, procuratevi questo disco.

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