RECENSIONI - bdrmm: "Microtonic" (Rock Action, 2025) - Lo shoegaze che si fa liquido e interstellare
Bdrmm. Foto di Stew Baxter
John on the Ceiling ad esempio è un incedere spettrale, una batteria che pulsa come un cuore ansioso, un basso che sembra il battito di un radar nello spazio profondo. Poi arriva Lake Disappointment, una cavalcata elettronica che potrebbe essere la colonna sonora di un rave su una stazione orbitante. E quando pensi di aver capito dove stanno andando ecco Infinity Peaking che tira fuori un lato più emotivo, più shoegaze classico, con strati di chitarre che fluttuano come nebulose. Ci sono momenti in cui Microtonic sembra quasi un album elettronico. Ma non è mai completamente club-ready, non perde mai quel DNA sognante e malinconico che rende i bdrmm ciò che sono. Gli Slowdive sono un paragone inevitabile: anche loro, nel tempo, hanno aperto le porte alla sperimentazione, all’elettronica atmosferica, ai battiti dilatati che fanno da scheletro a melodie evanescenti. I bdrmm però non copiano nessuno. Stanno creando il loro linguaggio, in un punto di equilibrio tra nostalgia shoegaze e futuro sonoro. Le chitarre restano, ma ora non sono più muri impenetrabili: sono schegge, pennellate, lampi intermittenti. Microtonic è un disco che non si accontenta, che prende il rischio di allargare i propri confini senza perdere la bussola emotiva. È un viaggio interstellare, ma con il cuore ben saldo a terra. Un album che dimostra che lo shoegaze può ancora sorprendere, ancora mutare, ancora essere vivo.
John on the Ceiling ad esempio è un incedere spettrale, una batteria che pulsa come un cuore ansioso, un basso che sembra il battito di un radar nello spazio profondo. Poi arriva Lake Disappointment, una cavalcata elettronica che potrebbe essere la colonna sonora di un rave su una stazione orbitante. E quando pensi di aver capito dove stanno andando ecco Infinity Peaking che tira fuori un lato più emotivo, più shoegaze classico, con strati di chitarre che fluttuano come nebulose. Ci sono momenti in cui Microtonic sembra quasi un album elettronico. Ma non è mai completamente club-ready, non perde mai quel DNA sognante e malinconico che rende i bdrmm ciò che sono. Gli Slowdive sono un paragone inevitabile: anche loro, nel tempo, hanno aperto le porte alla sperimentazione, all’elettronica atmosferica, ai battiti dilatati che fanno da scheletro a melodie evanescenti. I bdrmm però non copiano nessuno. Stanno creando il loro linguaggio, in un punto di equilibrio tra nostalgia shoegaze e futuro sonoro. Le chitarre restano, ma ora non sono più muri impenetrabili: sono schegge, pennellate, lampi intermittenti. Microtonic è un disco che non si accontenta, che prende il rischio di allargare i propri confini senza perdere la bussola emotiva. È un viaggio interstellare, ma con il cuore ben saldo a terra. Un album che dimostra che lo shoegaze può ancora sorprendere, ancora mutare, ancora essere vivo.
Vanni Sardiello
Bandcamp
Lake Disappointment
Official
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