FROM THE PAST - UNFORGETTABLES anni '90 - 2000: U.S. MAPLE, il trionfo dell'indie rock decostruzionista + "Acre Thrills" (2001) / di Pasquale Boffoli
Nella prima parte del mio primo libro "Bari Rock Days" (coautore Antonio Rotondo, 2016, Adda Editore) scrivevo delle '8 Pecore Nere', un collettivo barese di appassionati del rock più di nicchia che tra la fine degli anni '90 e i primi 2000 riuscirono a fare suonare a Bari bands e artisti di grande prestigio di quella scena internazionale nota a pochissimi: teatro di queste straordinarie, vibranti performances fu sempre la storica Taverna del Maltese di Via Netti in Bari, in quel piccolo benemerito oscuro gregge si davano assai da fare Corrado Massari, Raffaele Mascolo, (alias No Trend), Mario Lapecorella (con la filiazione punk Senza Creanza) e pochi altri volenterosi. L'instancabile Corrado Massari era anche il factotum di UOZAP, un impagabile snello cartaceo tascabile - di cui conservo gli originali - che faceva da cassa di risonanza delle rassegne live delle 8 Pecore Nere, con recensioni, live report, resoconti degli eventi musicali e culturali più 'underground' della città (e provincia). Alcuni illustri nomi tra le numerose indie rock band italiane e internazionali che si esibirono in quelle rassegne di cui sono stato in gran parte testimone: L'Enfance Rouge, Ulan Bator, One Dimensional Man, Old Time Relijun, The Lapse, Laddio Bolocko, U.S. Maple, Sweep The Leg Johnny, Burning Heads, Dexter, Lo-Lite, Cat Power, The Flying Luttenbachers, Bugo, Twig Infection, Trumans Water, Soul Junk solo per citarne alcuni.
Di quegli epici live alla Taverna del Maltese di recente la mia capricciosa memoria antica a sorpresa e senza apparenti motivi ha resuscitato ricordi in particolare della performance sulfurea dei chicagoani U.S. MAPLE, enigmatica ed inquietante per certi versi, una delle più sconvolgenti in assoluto della mia vita, risalente molto probabilmente al 2001, stesso anno in cui la band pubblico' il suo nuovo album "Acre Thrills" che recensii in tempo reale sul cartaceo Uozap. Ho pensato quindi di ripescare con tanta buona volontà e dispendio di tempo la mia recensione tra le paginette di carta di quel tascabile glorioso e di proporvela qui sotto opportunamente riletta, corretta e restaurata a distanza di 24 anni, dopo un pezzo informativo sulla band. Credo il tutto sia anche una buona occasione per riportare l'attenzione su un combo di grande valore da riscoprire, impegnativo all'ascolto anche nel 2025, certamente molto ostico (qualcuno l'ha etichettato 'cervellotico' e non in senso positivo), caduto nell'oblio negli anni dopo il suo scioglimento.
THE CHICAGO ENIGMA
L'attività discografica degli U.S. MAPLE inizia con l'album "Long Hair in Three Stages" (Skin Graft Records) pubblicato nel 1995 e prodotto dall'eclettico Jim O'Rourke. La Skin Graft aveva anche pubblicato nello stesso anno il loro primo singolo 7" Stuck/When a Man Says Oh! e l'interessante 7" compilation "Sides 1-4" con una cover di Sin City degli AC/DC. La line-up principale prevedeva Al Johnson (cantante), Mark Shippy ko (chitarrista), Todd Rittmann (chitarrista), Pat Samson (batterista). Tutti studenti della Northern Illinois University i quattro avevano militato dapprima brevemente negli Shorty (Al Johnson e Mark Shippy), e nei Mercury Players (Pat Samson e Todd Rittman).
Da Long Hair in Tree Stages in poi fino ai primissimi anni 2000 il quartetto ha fatto parlare di sé nel multiforme panorama indie rock americano di nicchia anni '90: in particolare ha imposto all'interno del variegato calderone post-rock chicagoano una personalissima enigmatica, sconcertante estetica di destrutturazione del suono, pur conservando - paradossalmente - un'attitudine molto subliminale al blues. Gli U.S. Maple, come (ad esempio) i contemporanei Old Time Relijun, hanno incarnato in quel lasso di tempo per i 'tradizionalisti' rock convinti - come il sottoscritto - ma aperti da sempre a nuove sonicita' le ipotesi più azzardate di astruse geometrie chitarristiche a due impegnate in inquietanti duelli e pallide psicolabili attrazioni armoniche/costruttive, il tutto sempre sull'orlo del disfacimento, anche e serialmente dal punto di vista vocale. Gli U.S. Maple inseguivano e materializzavano inquietanti inediti ectoplasmi prossimi a quelli dei Red Krayola di Mayo Thompson e dei Pere Ubu di David Thomas, astratte tavolozze sonore prodotto di un'estetica che si sgancia prepotentemente dai modelli assodati e ipersfruttati del rock del XX° secolo.
ACRE THRILLS
"Acre Thrills" del 2001, su Drag City Records, è il loro quarto album dopo il suddetto Long Hair in Three Stages, "Sang Phat Editor" del 1997 (ancora Skin Graft Records e O'Rourke alla produzione) e "Talker" del 1999 (Drag City Records) prodotto da Michael Gira degli Swans. "Purple On Time" del 2003 avrebbe segnato la fine della loro attività in studio. Acre Thrills rispetto al precedente Stalker riserva notevoli sorprese. L'estetica del suono certo non è mutata: basso dato per disperso, le chitarre di Mark Shippy e Todd Rittman non demordono dai loro duelli di frasi smozzicate e sbilenche strutture. È clamoroso come l'incontaminata libertà e la bellezza primitiva dei puzzle cervellotici delle loro corde ricordino i duelli anarchici dei luogotenenti di Captain Beefheart (Antennae Jimmy Semens e Zoot Horn Rollo) in "Trout Mask Replica", decisiva opera dadaista datata 1969 del 'capitano cuore-di-bue' Don Van Vliet.
Tutta la prima facciata (Ma, Digital, Babe, Rice Ain't Afraid Of Nothing...) vive delle stesse vertigini dislessiche di Talker ma con minore cupezza; è la side B che decolla verso riff e spezzoni di armonie 'normali' se non epiche atmosfere ortodossamente post-rock: Make your bedroom great, Chang, You're Attractive, Troop & Trouble, Open A Rose significano anche la vocalità sempre intensa, sensuale di Al Johnson, in corsa per una clamorosa comunicatività. Di questo straordinario cantante performer, a mio parere uno dei più memorabili in assoluto dell'indie americano tra '90 e nuovo millennio, ricordo vivamente la schizoide febbrile gestualità (in quel live barese di inizi 2000), il vocalismo perso tra pallide melodie e atonalità scoordinate, in bilico tra profonde stasi morfiniche e soprassalti violenti. Il teatro delle sue interazioni astratte e imprevedibili con la giostra sonora incessante dei due chitarristi Shippy e Rittman ha cambiato il mio concetto di performance live anche se non ero più giovane. Purtroppo i video live della band reperibili in you tube, discreti dal punto di vista visivo, non lo sono altrettanto da quello dell'audio, ed è un vero peccato. In realtà i cambiamenti compositivi più accomodanti di Acre Thrills sono evidenti solo se rapportati alle tre più radicali opere precedenti: per il neofita la loro musica rimane un enigma scoordinato, ma ascoltata in questo 2025 è ancora un'affascinante icona di musica americana contemporanea, meritevole di un'auspicabile reunion. Chiedo troppo?
Pasquale Boffoli
Ascolta Acre Thrills
https://youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_l8UwVEvfjiiW0J6ZA-jGTclZ1xqPO6IKg&si=0CquRbuXsrzm4t9d
Stuck
https://youtu.be/dOr_L5BebS0?si=oNmfJ1Rpc96rEGG-
La Click
https://youtu.be/3LfdQQ0rbr8?si=VEIqryI1qL1flSyy
Open A Rose
https://youtu.be/PVKlmNuRamA?si=9a8Cl2Hb_lPWfQtr
Live at Empty Bottle, Chicago, 1997
https://youtu.be/x6RkRQyGarA?si=ApleO1xKlp-Kdqvx
U.S. Maple
https://www.allmusic.com/artist/us-maple-mn0000222093
Commenti
Posta un commento