FROM THE PAST - EPIFANIE: anni '80 - THE GUN CLUB: profeti del punk-blues

1984 (Studio - Live) ...and before


"Il mio hotel è blu

bellissimo blu oceano 

vernice che si scioglie dalle pareti

e riesco a malapena a respirare 

Rinuncia al sole, rinuncia al sole

centomila volte 

Giù lungo la linea della spiaggia 

i gabbiani raccolgono ossa e vetro

rinuncia al sole..." 

(da 'Give Up The Sun')

Su sollecitazione di qualche appassionato/amico ripubblico questo mio stagionato articolo su una leggenda rock, i leggendari blues punkers americani THE GUN CLUB di JEFFREY LEE PIERCE da Los Angeles. Il pezzo fu all'inizio pubblicato negli anni '80: dapprima solo nella parte 'live' su un giornalino cartaceo barese. Poi online negli anni 2000 su un mio blog, completato dalla recensione dell'album "Las Vegas Story". Il tutto fu ripubblicato Nel 2006 nel blog Popartx dell'amico Michele Ballerini. Vi ripropongo nel 2025 il tutto, ritoccato e arricchito di nuove parti, nella tenace speranza di contribuire ad una provvidenziale e degnissima riscoperta di una delle più grandi e tragiche rock'n'roll band di tutti i tempi. Buona lettura.

                   I N T R O

Dei The Gun Club non parla ormai quasi più nessuno: magnifici 'losers' del rock&roll americano, praticamente emanazione di un 'perdente' per eccellenza, il tormentato Jeffrey Lee Pierce (1958 - 1996), passato a miglior vita ormai da molte lune a soli 38 anni. 


I Gun Club sono stati negli anni '80 i signori incontrastati del punk-blues americano, precorrendo tutta una serie di sporchi magnifici utopisti degli anni '90 e 2000: Jon Spencer Blues Explosion, Bassholes, Gibson Brothers, Honeymoon Killers, Oblivians, The Chrome Cranks, Pussy Galore, Knoxville Girls, che muovendo dalle loro intuizioni avrebbero dimostrato negli anni successivi che il matrimonio tra l'approccio offensivo e rumoroso del punk e la verginità delle radici, da utopia poteva trasformarsi in febbricitante espressione artistica. ll 1984 fu un anno cruciale per i The Gun Club: pubblicarono uno dei loro album migliori, "The Las Vegas Story", e suonarono tra l'altro a lungo in Europa: grazie ad una coraggiosa associazione culturale barese capitarono (incredibile ma vero!) a fine 1984, il 2 Dicembre, anche nel profondo sud italiano, a due passi da casa mia, in una sala di provincia, il Cineteatro Lombardi di Triggiano (Bari)! L'anno prima comunque, nel 1983, i Gun Club avevano tenuto in Italia un altro memorabile tour. Ho pensato che riproporvi la mia cronaca live di quella tormentata performance del 2 dicembre 1984 fosse una buona idea. L'incipit della mia cronaca di quel concerto su quel giornalino cartaceo locale fu il seguente: "Jeffrey Lee Pierce, caschetto biondo alla Debbie Harry dei Blondie, figura tozza e corpulenta, cantante, compositore e chitarrista sui generis, guida i The Gun Club da sempre, plasmandoli col suo carisma maledetto. Spesso penso a lui quale erede legittimo di Jim Morrison, per il suo modo di fare poesia, per i suoi moduli vocali strazianti, cupi ma soprattutto per la sua sregolatezza esistenziale, che ha già fatto di lui agli occhi di molti un eroe negativo...". 


Queste enfatiche parole erano state scritte in preda all'eccitazione per un avvenimento eccezionale: l'esibizione di un gruppo che in quegli anni era idolatrato dal sottoscritto e da una ristretta ma fedelissima schiera di fans italiani e che attraversava un felicissimo momento creativo. Di The Las Vegas Story, album ispiratissimo e maledettamente lirico sino all'ultimo solco vi parlo prima di passare alla materia live "hot", insieme ad una disamina preliminare dei lavori in studio incisi prima di quel bollente 1984.

"Non puoi prendere i miei sogni

Non puoi prendere i miei sogni

Non puoi prendere e rubare da questo corpo...

Un battito cardiaco mi lacera le viscere

e fa a pezzi i miei sogni nel buio vorticoso"

(da 'My Dreams")

Before 1984: Fire of Love, Miami, Death Party


Subito prima di Las Vegas Story nel 1983 era uscito il disperato 12" EP "Death Party" (Animal Records). Death Party era stato preceduto dai primi due capolavori assoluti in studio dei The Gun Club: "Fire of Love" (1981, Ruby Records/Slash Records) e "Miami" (1982, Animal Records), in cui Jeffrey Lee Pierce e c. avevano stigmatizzato il loro ipnotico spleen punk blues, polveroso e anarchico, con ascendenze seminali dai vecchi padri del blues (Robert Johnson e Son House in Preaching The Blues da Fire of Love), un mix spiritato personalissimo di passato e presente all'interno di una esplosiva e rabbiosa scena punk losangelina anni '80 (Fear, X, Circle Jerks, Black Flag, Social Distortion, Adolescents, T.S.O.L. etc...) che non guardava alle radici di colore della musica americana della prima metà del '900. 


Solo gli eclettici Flesh Eaters di Chris Desjardins e i Blasters dei fratelli Alvin (con lo sguardo della loro 'American Music' al vecchio r&roll anni '50) si avvicinavano all'estetica di recupero 'roots' di J.L.Pierce e c.. Brani come Sex Beat, For the Love of Ivy, Fire Spirit, Ghost on the Highway, Jack on Fire, She's Like Heroin to me dal primo album "Fire of Love" e Carry Home, Mother of Earth, Bad Indian, Run Through the Jungle (dei C.C.Revival di John Fogerty), John Hardy (traditional riarrangiato da Pierce), A Devil in the Woods, Watermelon Man dal secondo lavoro "Miami" rimangono scolpiti nella storia e nel dna del rock e del punk americani e internazionali più trasgressivi e visionari ma anche più lirici e decadenti degli anni '80. 


Del successivo EP Death Party si ricordano i cinque brani memorabili, tra ballate epiche tipiche della Pierce inspiration (The House on Highland Avenue, The Light of the World, Come Back Jim) e toni esasperati dagli accentuati umori punk (The Lie, Death Party). Si segnala una bella ristampa dell'EP nel 2004 ad opera della label americana Sympathy For The Record Industry, con sette brani in più (tra cui Strange Fruit, Fire Of Love, Heebie Jeebies, Run Through The Jungle, oltre una lunga e torturata Death Party) eseguiti 'live' con modalità incendiarie e rumoristiche dalla band a Ginevra in un programma radiofonico svizzero.

           The Las Vegas Story (1984)


The Gun Club incidono nel 1984 quel quasi-capolavoro che risponde al nome di "The Las Vegas Story", per l'Animal Records/Chrysalis Records prodotto da Jeff Eyrich. La sorpresa è che il chitarrista Kid Congo Powers, dopo aver suonato con The Cramps in "Psychedelic Jungle" (1981) e nel live "Smell of Female" (1983) li abbandona e si riunisce al suo antico compagno Jeffrey con il quale aveva gettato le basi dei Gun Club e prima ancora suonato in The Creeping Ritual: era nell'aria e il ricongiungimento è assolutamente provvidenziale, perché lo stile chitarristico di Kid é selvaggio e funzionale ai 'bad trips' di Jeffrey. Il suo 'excessive feedback' (come é definito nelle note di copertina) é spesso più efficace ed evocativo di qualsiasi solo tradizionale. 


La produzione del 33 giri é magistrale, rendendolo (grazie alla evidente continuità di atmosfere) una sorta di epopea decadente e profondamente inquietante dell'America degli '80: Bad America, My Dreams, Give Up The Sun, Stranger In Our Town sono monumentali elegie elettriche; epitaffi indelebili di un'anima pura - quella di Pierce - persa sullo sfondo degli anni del disagio reaganiano. My Man's Gone Now, il blues di George Gershwin, inaugura la seconda facciata, con Jeffrey che sfodera uno swing insospettabile su un piano vibrante, una cosa molto vicina al trattamento che Nick Cave aveva riservato da sempre al blues, si potrebbe definire ‘dark-swing‘. The Las Vegas Story è disco fondamentale per capire la 'Bad America' degli anni '80.

GUN CLUB LIVE 1984: Cineteatro Lombardi (Triggiano/Bari)

(foto biglietto concerto su cortese concessione di Francesco Fiore)

Eccovi allora questo bruciante flash del passato, più di 40 anni fa. Le voci circa il menefreghismo di Jeffrey Lee Pierce nei confronti del pubblico erano fondate: la prima parte della serata fu all'insegna del caos sonoro più sconcertante; Jeffrey, visibilmente fuori di testa (chissà di cosa!) se ne frego' della tonalità di parecchi brani brutalizzandoli con il suo vocalismo svogliato ed occasionale, suonando la chitarra ritmica in modo disastroso. Quasi che il biondo stravolto volesse svolgere apposta una massiccia azione di disturbo sulla ritmica sempre precisa di Terry Graham (drums) e della dark-lady Patricia Morrison (bass). Anche le buone cose di Kid Congo Powers, chitarrista tutto effetti e feedback, Lui le ha coperte e rovinate con la sua mano pasticciona ed eccessiva! 


Ma poi da personaggio lunatico ed imprevedibile quale Pierce é sempre stato all'improvviso lasciò perdere quel punkismo gratuito ed autocompiaciuto nel quale si era rifugiato 'totally stoned' e si calò molto più attentamente e con giusta concentrazione nel feeling dei brani successivi, regalandoci delle versioni indimenticabili del classico Sex Beat, di Cool Drink Of Water e intense e sofferte interpretazioni di Walkin' With The Beast, Stranger In Our Town. Ma é con Jack On Fire che i Gun Club dimostrarono quella sera la loro grandezza on stage quando riuscivano ad entrare in feeling e ad amalgamarsi: a luci spente ci lasciarono tutti col fiato sospeso, la ritmica inesorabile a scandire il blues voodoo misterico degli inizi del gruppo (Fire Of Love..), Kid Congo a librare nell'aria ormai satura di vibrazioni tossiche i glissati della sua chitarra, lamenti ancestrali di bestia ferita, mentre Jeffrey nell'oscurità si aggirava per il palco recitando con enfasi il suo copione di dolore e di squilibrato alcolista. 


Devo dire che mi sconvolse: lasciata la chitarra, rantolò sul palco, gettandosi a corpo morto più volte tra le prime file; si arrampicò sugli amplificatori, rimanendoci accovacciato come una pantera ferita...mentre guardava il pubblico minacciosamente, in procinto di lanciarsi da un momento all'altro. Il suo approccio on stage fu completamente fisico e tragico, di pura ascendenza morrisoniana, e riuscì a creare nell'audience reazioni molto contrastanti e violente. Posso dire, per quanto mi riguarda, che si é trattata di una delle esperienze live più sconcertanti che io abbia mai vissuto... è rimasta scolpita nella mia memoria in modo indelebile.

Pasquale Boffoli


From The Archives -The Gun Club Concert Chronology 

https://fromthearchives.com/gc/chronology1.html

The Gun Club and Jeffrey Lee Pierce

https://www.facebook.com/share/1BEwKwdYVM/

Give Up The Sun live 1984

https://youtu.be/f-STVW1I5zw?si=WsahVWSudBe3Wdpu



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