RITRATTI - JACK BRUCE: classe, creatività, eclettismo

          

Le tre qualità artistiche citate nel titolo di questo articolo riassumono ed esauriscono in gran parte il talento che ha prodotto la carriera musicale, durata quasi mezzo secolo, di Jack Bruce. Il celeberrimo bassista scozzese dei Cream nato nel 1943, una delle più rivoluzionarie rock band del XX° secolo, se ne è andato il 25 Ottobre 2014 a 71 anni - poco più di dieci anni fa mentre scriviamo - dopo una lunga lotta con un cancro al fegato. Jack Bruce, influenzato da illustri storici contrabbassisti jazz come Charles Mingus, ha forgiato sin degli anni '60 con il gruppo-madre Cream (con Eric Clapton e Ginger Baker) il ruolo della quattro corde nel rock-blues, rivoluzionandone la funzione di mero accompagnamento che aveva avuto nella musica pop e facendone uno strumento aggressivo, armonicamente stratificato, protagonista fondamentale nell'economia di un brano rock-blues, soprattutto nelle lunghissime esibizioni live dei Cream, dove dialogava sullo stesso piano con uguale creatività con la solista straripante di Eric Clapton ed i percussionismi funambolici di Ginger Baker. Ma definirlo bassista tout-court sarebbe fare un grave torto alla sua memoria. Jack Bruce è stato decisamente un musicista a tutto tondo: un eccezionale cantante pop, rock e blues oltre che un potente armonicista (ascoltate Four Until Late di Robert Johnson nell'album "Fresh Cream" e l'energica Traintime dal vivo nel doppio disco dei Cream "Wheels Of Fire") e pianista, sin dai lavori dei Cream in possesso di una voce potente ed epica, che sapeva però piegarsi di volta in volta a spleen lirici, introspettivi, malinconici.


Indimenticabili le sue vibranti interpretazioni vocali di brani dei Cream seminali come I'm So Glad, Sunshine Of Your Love, We're Going Wrong, Dance the Night Away, White Room, Politician, Deserted Cities of the Heart. Di alcuni di essi è stato nei magnifici lavori dei Cream anche coautore: Sleepy Time Time da "Fresh Cream" (1966) / Sunshine Of Your Love, Dance the Night Away, Swlabr, Take It Back da "Disraeli Gears" (1967) / White Room, Politician, Deserted Cities of the Heart da "Wheels Of Fire" (1968) / Doing That Scrapyard Thing da "Goodbye, Cream Album" (1969), o autore (Dreaming, N.S.U. da Fresh Cream, We're Going Wrong da Disraeli Gears). Anche un grandissimo compositore di musica pop quindi, coadiuvato per le liriche nei suddetti brani sempre dal fedele amico Pete Brown, dagli esordi dei Cream di I Feel Free (1966) sino ai brani dell'ultimo recente lavoro inciso in vita, "Silver Rails", uscito il 25 Marzo 2014 (alle chitarre Robin Trower, Phil Manzanera, Uli Jon Roth, Bernie Marsden). Uomo ed artista inossidabile quindi, creativo ed in attività sino alla fine, fieramente avverso alla malattia che l'ha consumato. Grandi opere sono i suoi primi album solisti, incisi tra la fine dei '60 e la prima metà dei '70: "Songs for a Tailor" (1969), "Harmony Row" (1971, il più ispirato, un capolavoro senza tempo!), "Out of the" Storm" (1974), stracolmi di gemme pop dal gusto compositivo raffinato, di classe davvero grandissima. Alcuni brani furono ripresi da altre band: Theme for an Imaginary Western dai Mountain e dai Colosseum, Rope Ladder to the Moon dai Colosseum. "Things We Like" (1970) invece, registrato con i vecchi amici della Graham Bond Organisation in cui aveva militato da giovane imberbe, John McLaughlin (guitar), Jon Hiseman (drums), e Dick Heckstall-Smith (sax), è album prettamente jazz, a testimonianza della versatilità di sempre di Bruce. 


Jack aveva suonato prima del varo dei Cream con tutti i padrini del british blues nei primi anni '60: Bond, John Mayall ed Alexis Korner, oltre che con i Manfred Mann. Impressionante è anche la lista di autorevoli protagonisti della storia del rock con cui ha collaborato dopo i Cream nel corso di quattro decadi, ed in band sue reincarnazioni artistiche dal nome sempre diverso: Lou Reed (nell'album "Berlin"), Franz Zappa, West & Laing, Tony Williams Lifetime, Kip Hanrahan, Carla Bley, Mick Taylor, Robin Trower, Vernon Reid, John Medeski, Gary Moore, Billy Cobham, Joe Bonamassa. Molti i dischi live nella sua discografia, tra cui consiglio: "Jack Bruce/Spirit, Live at BBC 1971-1978", "Live at Rockpalast 1980-1983-1990", "Jack Bruce & Friends, In Concert" (2002), "Live in America" (2007), "Seven Moons Live" (2009). Tra i migliori in studio invece (dopo quelli sunnominati) "How's Tricks" (1977), "A Question of Time" (1990), “Somethin' Else" (1993), "Monkjack" (1995), "More Jack Than God" (2003), "Seven Moons" (2008, con Robin Trower). Jack Bruce è da annoverare tra gli artisti-musicisti più influenti e seminali del XX° e XXI° secolo, anche se la sua carriera, parallela a quella del suo comprimario nei Cream Eric Clapton, rispetto a quella è sempre rimasta nelle cronache fatalmente ed ingiustamente in ombra.

Pasquale Boffoli 

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