RECENSIONI - SKINNER: "New Wave Vaudeville" (Faction Records, 10 Gennaio 2025)
"New Wave Vaudeville" è l'album di debutto di Skinner, nome d'arte del dublinese Aaron Corcoran, che si presenta come un'opera audace e irriverente, capace di fondere con maestria elementi di no wave, dance-punk e jazz. Sin dalle prime note della title track l'ascoltatore viene catapultato in un universo sonoro frenetico e coinvolgente, dove chitarre taglienti e assoli dissonanti di sax creano un'atmosfera che richiama l'energia ribelle della scena no wave newyorkese degli anni '70 e '80. L'album si apre con New Wave Vaudeville, un brano che, nonostante il titolo possa suggerire un omaggio alla new wave, si rivela essere un manifesto del dance-punk e della no wave. Le chitarre scheggiate e le ritmiche oblique, accompagnate da un sax irresistibile, ricordano l'approccio sonoro di artisti come James Chance e The Contortions. Il testo stesso, con frasi come "It's newer than new/And it's your-er than you", sottolinea l'intento provocatorio e ironico di Skinner. Proseguendo con Tell My Man e Sour Milk l'album mantiene alta l'energia, offrendo brani che combinano ritmiche incalzanti e testi surreali. In Sour Milk, ad esempio, Skinner canta "I couldn’t find my hat/So I started wearing lampshades", dimostrando una vena lirica che mescola umorismo e critica sociale. Queste tracce evocano l'influenza di band come i Liquid Liquid, noti per le loro ritmiche ipnotiche e l'uso prominente del basso. Con Jesus Wore Drag Skinner affronta tematiche più profonde, esplorando questioni di identità e auto-espressione. Il brano, nonostante il titolo provocatorio, offre una riflessione sulla società contemporanea e sulle sfide affrontate da chi cerca di esprimere liberamente la propria identità. Questo pezzo evidenzia la capacità di Skinner di alternare momenti di leggerezza a spunti di riflessione più seri, mantenendo comunque una coerenza stilistica.
A metà dell'album, tracce come Spiralling e Here Comes The Rain introducono una variazione nel tono, offrendo brani più lenti e introspettivi. Qui, l'influenza di band come i Placebo e i Veils è percepibile, con melodie malinconiche e arrangiamenti che mettono in risalto il sax in modo più sommesso, trasformandolo in un lamento che aggiunge profondità emotiva alle composizioni. Calling In Sick e Do Re Mi Fa riportano l'album su binari più energici, con testi che affrontano temi quotidiani con un piglio ironico e dissacrante. In particolare Calling In Sick offre una critica al mondo del lavoro, con riferimenti a capi opprimenti e alla monotonia della routine lavorativa, temi cari alla tradizione punk. Nel complesso "New Wave Vaudeville" si presenta come un album che, pur attingendo a piene mani da influenze del passato, riesce a proporre un sound fresco e personale. La capacità di Skinner di mescolare generi e stili diversi, unita a una scrittura dei testi intelligente e provocatoria, rende questo debutto un ascolto imprescindibile per gli appassionati di musica alternativa. Sebbene alcuni brani possano risultare meno incisivi di altri l'album nel suo insieme dimostra una coerenza e una maturità artistica notevoli per un esordio. In conclusione New Wave Vaudeville è un viaggio sonoro che celebra la sperimentazione e l'irriverenza, caratteristiche fondamentali del rock alternativo. Skinner si dimostra un artista capace di reinterpretare influenze storiche con una visione moderna, offrendo un album che invita sia a ballare che a riflettere. Un debutto promettente che lascia intravedere un futuro artistico ricco di potenzialità.
Vanni Sardiello
Foto 2: Skinner, di Niamh Barry
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