RECENSIONI - PETER PERRETT: "The Cleansing" (Domino Records, 2024)




Con questo lungo "The Cleansing" del decano cantante/songwriter/chitarrista londinese PETER PERRETT, un doppio album in pratica di venti brani per quasi un'ora e dieci di durata, continua generosamente quella saga dei PERRETT che ha subito un'accelerazione con la pubblicazione del nostro dell'ottimo album "How The West Was Won" (2017) - e poi di "Humanworld" (2019), altrettanto notevole - a distanza di ben ventuno anni da quel "Woke Up Sticky" (1996) in cui era accompagnato dal combo The One e che aveva miracolosamente riportato l'artista alla ribalta dopo un altro lunghissimo periodo oscuro dopo lo scioglimento nel 1981 dei suoi favolosi ed epici The Only Ones, una delle band più atipiche del panorama new wave britannico. Quando intervistai a lungo Peter Perrett nel 2014, più di dieci anni fa, tra le altre cose gli chiesi: "Cosa ascolta oggi Peter Perrett?"; lui rispose: "Ascolto molto gli Strangefruit. Provano al piano di sopra di casa mia...". 

Gli Strangefruit erano la band dei due figli di Peter Perrett, Jamie Perrett (lead guitar) e Peter Junior Perrett (bass guitar): dopo aver inciso un paio di EP come Strangefruit, suonato per breve tempo e contribuito alla nascita dei Love Minus Zero e dei Babyshambles di Pete Doherty, si sono messi completamente al servizio del famoso papà nel suo ritorno da solista, pur essendo comunque Jamie - anche cantante e compositore - molto attivo a livello personale, dopo quattro singoli pubblicati tra 2021 e 2024 sta per uscire con un EP nella primavera del 2025. I due pargoli in The Cleansing 'assistono' musicalmente il padre a 360 gradi e davvero efficacemente, con godibilissimi soli chitarristici (Jamie) e solida base di basso (Peter Jr) creando in alcuni episodi della prima parte del disco, quella più rock (I wanna go with dignity, Disinfectant, Survival Mode etc...) quasi l'illusione si sia alle prese con una miracolosa reunion degli indimenticati Only Ones: i due fanno rimpiangere poco di quella band il magnifico chitarrista solista John Perry e il bassista Alan Mair. A far le veci in The Cleansing dell'originario tenace batterista degli O.O. Mike Kellie (ex Spooky Tooth) ci sono Jake Woodward (ex Strangefruit) e il decano americano Jim Sclavunos alle percussioni.

Ma Perrett stavolta in guisa di maturo santone 72enne ha voluto attorniarsi anche di numerosi illustri ospiti della scena indie rock inglese vecchia e nuova: tra di essi il chitarrista Johnny Marr (nei brani Solitary confinement, World in chains), Bobby Gillespie boss dei Primal Scream ai backing vocals in nove episodi (I wanna go with dignity, Disinfectant etc...), il chitarrista Carlos O’Connell dei Fontaines D.C. in otto episodi (anche al piano), Alice Go chitarrista delle Dream Wife, Douglas Hart bassista dei Jesus and Mary Chain, Violeta Vicci (viola, octave viola, violino). Il dato più rilevante di The Cleansing ("La Pulizia") è la feconda e variegata ispirazione di Peter Perrett in sede di composizione, sintomo di una raggiunta straordinaria maturità artistica ma anche di uno spirito di ricerca encomiabile di nuovi mood espressivi: dagli umori rock più ortodossi e memori di un indimenticabile passato (I wanna go with dignity, Disinfectant, Secret taliban wife, The Cleansing, Solitary Confinement, Survival mode) dei primi dieci brani alla vena più 'pulita' (il riferimento al titolo del disco non è casuale), contemplativa, asciutta, sia vocalmente che strumentalmente (con largo impiego di tastiere) dell'altra metà dell'album, soprattutto della magnifica All that time con tanto di archi arrangiati da Carlos O’Connell e la viola di V.Vicci, poi l'enigmatica Kill a Franco spy, la delicata/pastorale (in apparenza?) Set the house on fire, le decadenti e malate Feast for sore eyes e Art is a disease. Intrigante in World in chains il duetto vocale di Perrett con la vocalist islandese Rakel Mjöll (anche lei nelle Dream Wife, band al femminile di Brighton). Noise chitarristico in Back in the hole a corredo del consueto timbro indolente (qui a tratti quasi un talkin') di Perrett. Con There for you, Less than nothing e il suadente caldo finale di Crystal Clear si torna di nuovo alle carismatiche atmosfere new wave degli Only Ones. Che dire alla fine? The Cleansing è un gran bel sentire: passato e presente, arte acquisita e ricerca, perdizione sublimata e purezza. Che il dio del rock ci preservi il songwriter Peter Perrett ancora a lungo, per purificarci l'anima corrotta: lui in questo The Cleansing ha cercato di farlo con la sua, e probabilmente ci è riuscito.

Pasquale Boffoli


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