RECENSIONI - MOGWAY : "The Bad Fire" (Rock Action/Temporary Residence Limited, 2025)

 


Da appassionato dei Mogwai sin dai loro primi EP, ho atteso con impazienza l'uscita del loro undicesimo album, "The Bad Fire", pubblicato il 24 gennaio 2025. Questo nuovo lavoro segna un ulteriore capitolo nella loro straordinaria carriera trentennale e non delude affatto le altissime aspettative, soprattutto dopo il bellissimo "As the love continues" di quattro anni orsono. L'album si apre con God Gets You Back, un brano che cattura immediatamente l'attenzione con una melodia di sintetizzatore ipnotica, che si sviluppa gradualmente in un crescendo di batteria, chitarre e basso. La voce sussurrata di Stuart Braithwaite aggiunge una dimensione intima e riflessiva al pezzo. Questo approccio più melodico e strutturato rappresenta una naturale evoluzione rispetto alle loro prime opere, mantenendo però intatta l'intensità emotiva che li contraddistingue.


Proseguendo nell'ascolto Hi Chaos si distingue per la sua struttura avvolgente, con chitarre che tessono trame sonore intricate, creando un'atmosfera sospesa tra tensione e rilascio. Questo brano mi ha riportato alla mente le sensazioni provate ascoltando "Come On Die Young", ma con una maturità sonora evidente. Un altro pezzo notevole è If You Find This World Bad, You Should See Some of the Others. Il titolo intrigante introduce una composizione che inizia con un tema malinconico, evolvendo in un'esplosione sonora che ricorda le dinamiche di Mogwai Fear Satan. La capacità della band di costruire e de-costruire paesaggi sonori rimane ineguagliabile.


Fanzine Made of Flesh offre una sorpresa con l'uso del vocoder, aggiungendo una dimensione elettronica che arricchisce il tessuto sonoro dell'album. Questo esperimento mi ha ricordato le incursioni elettroniche di "Rave Tapes", ma con una freschezza rinnovata. La produzione di John Congleton è impeccabile, riuscendo a catturare l'essenza dei Mogwai e a valorizzare ogni sfumatura dei brani. L'album si chiude con Fact Boy, una traccia che unisce chitarre eteree e un violino delicato, lasciando l'ascoltatore in uno stato di contemplazione serena. In The Bad Fire, i Mogwai dimostrano ancora una volta la loro capacità di evolversi pur rimanendo fedeli alle proprie radici. L'album è un viaggio sonoro che abbraccia sia la potenza che la delicatezza, offrendo momenti di introspezione e di pura energia. Non vedo l'ora di vivere queste nuove maestose opere dal vivo a Locorotondo il prossimo agosto, certo che l'esperienza sarà, come sempre, indimenticabile.

Vanni Sardiello 

Photo n.2: di Steve Gullick/Motormouth

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