FROM THE PAST - EPIFANIE: anni '60 - Paul Revere & The Raiders: "MIDNIGHT RIDE" (Columbia, 6 Maggio 1966)


        GRAFFITI : KICKS e altre storie

Ha ragione il mio amico social Ramblin Erikk, pur molto giovane rispetto a me e ai miei quasi 73 anni, l'ho scritto anch'io tante volte: il 1966 fu un anno davvero speciale, oltre che per Beatles, Rolling Stones, Beach Boys e tante altre band che sfornarono  dischi straordinariamente creativi anche per i mitici pop-garagers americani PAUL REVERE & THE RAIDERS: tre dischi carismatici, tutti per la Columbia Records, "Just Like Us!", "Midnight Ride" (soprattutto), "The Spirit of '67". Contenevano elettrizzanti hits come Kicks (la più famosa)/Steppin' Out/ Hungry/Good Thing/Great Airplane Strike/(I'm Not Your) Steppin' Stone/Just Like Me/Louie, Go Home... solo alcuni brani di un ricchissimo e prezioso repertorio che dall'iniziale frat-rock di una acerba band primi anni '60 (Louie Louie etc...) forgia in questi tre memorabili dischi una fragrante estetica garage senza tempo, ancora appassionante e avvincente in questi oscuri e vacui anni 2000. L'album più carismatico all'ascolto a mio parere rimane ancora oggi Midnight Ride, un vero classico garage che affonda le radici musicali nel già notevole precedente "Just Like Us!": i dischi immediatamente successivi ("The Spirit of '67", "Revolution!") sarebbero stati forse più creativi e ispirati ma questo mi sarebbe rimasto impresso di più (tuttora) per tanti motivi. Quando fu pubblicato avevo 14 anni, lo vidi per la prima volta in un negozio di elettrodomestici e materiale elettrico nel centro di Bari, si chiamava Cavallo e si trova ancor oggi in via Nicolai di fronte all'imponente allora palazzo delle Poste Centrali, oggi proprietà dell'università. Sì perché negli anni '60 gli amatissimi padelloni 33 giri si potevano trovare anche in negozi del genere, insospettabili, così come negli Upim e nelle Stande: magnifici vinili dalle splendide copertine oggi preziosi, rari e dalle alte (a volte altissime) quotazioni in euro degli Yardbirds, Troggs, Lovin' Spoonful, Beatles, Rolling Stones, Spencer Davis Group e anche degli statunitensi Paul Revere & The Raiders. In una delle mie frequenti visite nel negozio Cavallo alla ricerca di nuove meraviglie sonore provenienti dall'Inghilterra e dall'America, tutte in edizioni italiane naturalmente, fui subito attratto nel 1966 dalla copertina magnetica di Midnight Ride di Paul Revere & The Raiders: coloratissima, misteriosa, che lasciava presagire dei contenuti musicali straordinari. Quasi nello stesso tempo ascoltai la loro formidabile Kicks (composta da Cynthia Weil e Barry Mann) alla radio e me ne innamorai subito con quel formidabile assassino riff chitarristico iniziale che era una vera epifania rock (una delle tantissime di quell'incredibile 1966) per le mie orecchie ancora vergini di 14enne adolescente tornato nella città dov'era nato dopo un'infanzia trascorsa in provincia: la città mi stava corrompendo senza pietà musicalmente e le mie sinapsi di non ancora quindicenne avevano già iniziato a funzionare in modo completamente diverso, sconosciuto a me stesso. 


Ma ignoravo il nome della band di Kicks: succedeva non di rado in quegli anni quando l'editoria cartacea musicale beat e rock italiana era ancora minima e la radio spesso e volentieri rappresentava l'unica fonte per ascoltare per la prima volta, soprattutto - o unicamente - a Bandiera Gialla, le sconvolgenti novità musicali estere. Se si trattava poi di Radio Montecarlo che trasmetteva in lingua inglese non si faceva in tempo spesso a capire o ascoltare i nomi dei gruppi che eseguivano quelle 'epifanie' musicali: mi successe anche con la grandissima Summer In The City dei Lovin' Spoonful, solo dopo un po' di tempo riuscii a mettere insieme brano e band. Solo di recente ho appreso che Kicks era stata proposta dapprima ai formidabili The Animals capeggiati da Eric Burdon che l'avevano rifiutata; ho provato a immaginare come avrebbero potuto renderla e più o meno un'idea me la sono fatta, ma non ha importanza alla fine, il brano dotato di un arrangiamento perfetto e cantato con grande classe da un Mark Lindsay dotato di una voce ricca di chiaroscuri, grintosa e dolce nello stesso tempo, ebbe un grandissimo successo popolare e di classifica, sembrava che i Raiders se lo fossero cucito addosso. Ascoltato ancora oggi è arrapantissimo, sortisce una fottuta goduria. 

                         MIDNIGHT RIDE


Tornando alla copertina di Midnight Ride (la produzione è di Terry Melcher) mi affascinavano anche quei cinque anonimi individui vestiti di nero rischiarati dalla calda luce delle candele che impugnavano e da cui erano circondati: erano Mark Lindsay (lead vocals, percussion, saxophone), Paul Revere (organ, backing vocals, arrangiatore), Drake Levin (guitar, backing vocals), Phil "Fang" Volk (bass guitar, backing and lead vocal), Mike "Smitty" Smith (drums, lead vocals). Nelle loro performance live però quei cinque anonimi individui divennero subito popolari perché indossavano singolari uniformi da soldati dell'epoca della guerra di indipendenza americana dagli inglesi. Se si fanno un po' di ricerche si capisce il motivo: "un altro Paul Revere, omonimo del tastierista della band circa due secoli prima era stato un controverso patriota della guerra di indipendenza americana. Una delle vicende per cui è noto si riferisce ad una cavalcata compiuta nottetempo, insieme ad un manipolo di accoliti - e quindi di cavalieri, di Raiders - per avvertire le truppe rivoluzionarie dei movimenti degli inglesi". Così si capisce anche il perché di Midnight Ride, titolo dell'album. Con la formidabile Kicks fa il paio la splendida cover di (I'm Not Your) Steppin' Stone di Tommy Boyce e Bobby Hart - sarebbe diventata negli anni seguenti un evergreen rock ripreso anche dai Sex Pistols - più grintosa e ribelle di quella pur entusiasmante che i Monkees avrebbero inciso nel novembre 1966 come side B dell'arcinota I'm A Believer (poi anche nel loro secondo album del 1967 "More Of The Monkees"). Oltre a Mark Lindsay e Paul Revere, principali compositori  dell'album con sei brani, contribuiscono ad una sua già raggiunta originale identità con un brano ciascuno il batterista Mike Smith (There's Always Tomorrow) e il bassista Phil 'Fang' Volk (Get It On), componendoli entrambi con il chitarrista Drake Levin e cantandoli come voce solista. There's Always Tomorrow è un'agile pop song cantata da Mike Smith con uno stile fresco e carismatico alla Johnny Cash e presenta al centro un interessante lungo solo chitarristico di Drake Levin dal tiro orientaleggiante. In Get It On, pimpante ballata dal giro blues con l'organo di Paul Revere in primo piano, fa la sua bella sporca figura alla voce solista anche il bassista Phil Volk: le smaglianti eclettiche chitarre di Drake Levin rendono il brano un gioiellino. Passiamo alle songs firmate Lindsay/Revere. Mark Lindsay ha modo di dimostrare quanto la sua voce possa essere eclettica ed esprimere mood diversi: è suadente nella solare delicatissima ballata Little Girl in the 4th Row, insinuante e sfuggente nell'anfetaminica Ballad of a Useless Man (un altro ottimo contributo compositivo all'album del bravissimo chitarrista Drake Levin), elegantemente britannico in There She Goes e Take a Look at Yourself, due squisite/briose pop song che paiono da un lato attingere all'ingenuo beat inglese della prima metà anni '60 (Herman's Hermits, Hollies...) da un altro alla 'good-time music' dei contemporanei Lovin' Spoonful. Anche l'avventurosa e corale All I Really Need Is You dà modo a Lindsay di sfoderare una performance vocale vibrante, nella piuttosto svenevole Melody For an Unknown Girl (brano finale del disco) invece si limita a recitare e per la prima e unica volta nell'album sfodera il suo sax per un solo dolcissimo ma anche un po' melenso, un episodio discutibile in un disco perfetto. 


Louie, Go Home (appendice della più famosa Louie Louie) rialza alla grandissima le quotazioni di Midnight Ride: un episodio dall'afflato quasi punk con un benedetto Lindsay che urla senza ritegno, l'organo di Paul in primo piano, un riff di chitarra killer e una parte centrale strumentale deragliante e ancora una volta orientaleggiante che sfodera la sonorità di un sitar con grande efficacia. Tantissimo tempo dopo, nel 2.000, la benemerita etichetta americana Sundazed Music, specializzata in ristampe ristorate, ha ristampato il disco con quattro bonus track: la versione italiana di Little Girl In The 4th Row, con un testo banale, ma la bellezza seducente della riproposizione conferma l'impressione che questo brano sarebbe potuto uscire dalla miracolosa penna di un Brian Wilson. Anche il solare e spedito surf di SS 396 si direbbe provenire da uno qualsiasi degli album dei Beach Boys primi anni '60. I quattro minuti selvaggi strumentali (quasi) della danzereccia Shake It Up si dividono tra frat-rock e rock & roll primigenii. La chiaroscurale e tintinnante (di chitarre) Corvair Baby, tra Beatles e Byrds, chiude questa riedizione di Midnight Ride. Continuo a immaginarmi una Kicks saltata fuori dalle corde vocali potenti ed esaltanti di Eric Burdon ma poi mi convinco che alla fine sia stato un gran bene affidarla a quelle intriganti e ricche di chiaroscuri di Mark Lindsay supportato dall'organo vintage scintillante di Paul Revere, e così sia in eterno.

Pasquale Boffoli 

Tracklist:

Kicks

There's Always Tomorrow

Little Girl in the 4th Row

Ballad of a Useless Man

(I'm Not Your) Steppin' Stone (Boyce, Hart)

There She Goes

All I Really Need Is You

Get It On

Louie, Go Home

Take a Look at Yourself

Melody For an Unknown Girl

Sundazed Music 2.000 version

Shake It Up (Bonus track)

Little Girl In The 4th Row (Italian Version) (Bonus track)

SS 396 (Bonus track)

Corvair Baby (Bonus Track)

Qui 

https://www.distorsioni.net/rubriche/profili/la-leggenda-di-paul-revere 

"Paul Revere & The Raiders: La leggenda di Paul Revere", il lunghissimo, più che esauriente profilo della band di Filippo Tagliaferri pubblicato da Distorsioni webmagazine il 27 Dicembre 2015, mentre ne ero il direttore editoriale-artistico. Buona lettura.

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